“Portiamo la nostra solidarietà ai pendolari
anche perché a prendere il treno vi sono molte persone anziane che con la
moderna tecnologia non hanno molta confidenza e trovandosi davanti una macchinetta,
invece che a un ferroviere, spesso non riescono a fare tutte le corrette
operazioni per prendere il biglietto del treno”, ci dicono due
rappresentanti sindacali della CISL di Ovada, Gian Battista Campora e Bruno
Gatti, che, con le loro bandiere al vento, si confondono con i numerosi
pendolari, giunti un po’ da tutte le parti per chiedere a Trenitalia di riaprire la
biglietteria
della stazione ferroviaria di Ovada.
La manifestazione
organizzata dal Comitato Difesa Trasporti della Valle Stura e Orba, qui
presente con i suoi vertici, Alessandra Rapetti di Ovada, Simona
Repetto,di Tagliolo, Paolo Trincheri di Ovada e Renato
Rosano di Acqui Terme, ha ricevuto l’adesione di numerosi sindaci della
zona, primo fra tutti Paolo Lantero, l’appena riconfermato
sindaco di Ovada.
Ed è proprio
Lantero a dare man forte a questi pendolari, impegnandosi personalmente per
fare le “dovute pressioni” affinché
la stazione di Ovada torni ad essere una “stazione
viva”.
Ma non vi sono solo
i sindaci
a portare la loro solidarietà a chi tutti i giorni corre in stazione per
prendere il treno.
Vi sono anche
semplici cittadini che comunque hanno a cuore la loro città che senza i dovuti
collegamenti è come se fosse zoppa, come ci dice anche la signora Francesca
Scorza, genovese d’origine ma ovadese d’adozione, che osserva come: “Una stazione da poco risistemata e rimessa
nuovo, non solo nei suoi fabbricati, ma anche nei marciapiedi e nei binari sia
stata incredibilmente spogliata del suo personale”.
Ed è vero, la
stazione di Ovada è come se fosse una bella scatola ma vuota e un altro
viaggiatore, Enzo Buscemi di Cremolino, ci sottolinea come non
solo non vi è più il necessario personale come quello della biglietteria, ma
che le “macchinette” per la distribuzione dei “titoli di viaggio” sono spesso rotte o mal funzionanti.
E non sono solo le persone
anziane, in molti casi poco pratiche dei nuovi marchingegni, ad essere
penalizzate da questa mancanza di servizio.
Anche i giovani
si trovano male perché, come ci hanno detto due studenti, spesso si arriva
all’ultimo minuto per “saltare sul treno”
e con le “macchinette” o lente o
imperfette, in molti casi o si perde il treno o si sale e si paga la multa.
Le stazioni
ferroviarie sono sempre state luoghi di ritrovo e di aggregazione. Oggi stanno
diventando impersonali prive quella umanità che a volte aiuta il viaggiatore
a “sentirsi a casa”.
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