Ogni rivoluzione, si sa, comporta i suoi rischi. Da un lato c’è il progresso ma dall’altro c’è anche lo shock per l’improvviso venir meno dei vecchi punti di riferimento.
Ecco con l’odierna Rivoluzione Digitale, quello che sta venendo a mancare è il dialogo con le e tra le persone.
È quanto ad esempio accade nella appena ristrutturata stazione ferroviaria di Ovada dove tutto è bello, lindo e ordinato, ma dove mancano i ferrovieri e i pendolari, al posto del viso bonario dell’impiegato di turno dietro il bancone della biglietteria, trovano ora una impersonale macchinetta che emette suoni metallici e che è intransigente se solo sbagli a digitare un tasto.
E così, con il treno che sta arrivando, i casi sono due: o non fai il biglietto o perdi il treno.
A farne le spese sono soprattutto le persone di una certa età che con i computer non hanno tanta confidenza, ma anche i giovani ci si trovano male, come ci dimostra questa breve intervista a due studenti ovadesi.
La tecnologia indubbiamente ci aiuta, ma cerchiamo di non perdere la nostra “umanità” e là dove è possibile, come ad esempio in una stazione ferroviaria, porto di tanta gente in giro per il mondo, lasciamo un qualcuno in carne e ossa che possa dare una risposta, un consiglio, un’indicazione ma anache un sorriso al viaggiatore che “ramingo va e da lungi i suoi tetti saluta“.
Gian Battista Cassulo
NOTA: Domani la nostra redazione della Valle Stura proporrà un servizio completo a firma di Giacomo Piombo con riprese e regia di Fausto Piombo. Il servizio andrà in onda anche su TeleMasone.