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UN ESERCITO DI SCOPE

Not in my back yard” o garden che dir si voglia, questo sembra essere il motivo dominante nei tempi che stiamo vivendo: tutto pulito in casa nostra, sporcizia e indecenza fuori dalle nostre quattro mura.

Ci sono delle città che sono sin troppo linde, tanto che, frequentandole, sembra quasi di essere capitati in un film. Almeno è quello che, ad esempio, ho provato quando, in una mia vecchia vacanza, mi sono ritrovato a girare per Merano con il mio cane Ugo, che era il massimo della pulizia. Tutti mi guardavano come per dirmi: “Guai a te se lasci sporco!” e io mi sentivo un paria.

Povero Ugo, che era talmente rispettoso da guardarmi con gli occhi supplicanti quando proprio non ce la faceva più a trattenerla e io mi sbrigavo a trovargli un posto “discreto” per i suoi bisognini (a volte bisognoni) che immediatamente raccoglievo.

Oppure c’è Roma, la nostra capitale, per alcuni “Caput mundi”, che è il nostro specchio, lo specchio della nostra società: sporcizia ovunque, da Via Veneto a Centocelle.

E Roma non è così solo da oggi con la Raggi in Campidoglio, lo è sempre stata. sporca, caotica, disordinata. Io vi ho abitato per due anni. La mia casa era a Monteverde, a due passi da Trastevere e dal San Camillo, quindi in una zona centralissima eppure la spazzatura per terra non si contava.

I romani di oggi sono così, perché non sono i pronipoti di Enea, ovvero degli “antichi romani“, ma sono i discendenti di quei barbari che di Roma ne hanno fatto stracci.

Se Nerone all’improvviso si reincarnasse in qualcuno di noi, altro che incendio, ci metterebbe tutti sulla croce (e farebbe bene)!!!!

Ma non voglio infierire sui romani, perché tutti noi italiani siamo fatti così: siamo degli sporcaccioni, siamo gli eredi di quei barbari che dopo la caduta dell’Impero romano hanno fatto scorribande per la nostra penisola, diventata terra di scontro e di conquista per il resto d’Europa .

Eppure abbiamo avuto l’epopea medievale, con i suoi borghi fortificati e le sue rocche e poi il Rinascimento con le Signorie e le corti più invidiate del tempo. Ciò nonostante dentro di noi è rimasta la barbarie. quasi una forma d’odio per il bello, perché l‘Italia è bella, che ci circonda.

Tutto lindo dunque in casa nostra, tutto “immerdato” per le pubbliche vie.

Devo buttare un pezzo di carta, una bottiglietta, uno scontrino non più valido? Lo getto per terra, tanto ci sarà poi qualcuno che raccoglierà il tutto.

Ho un vecchio televisore che non serve più? Lo carico in macchina e lo getto nel primo fosso che trovo e così faccio anche con un vecchio frigorifero o ad esempio con un materasso.

Cosa me ne frega dell’ambiente. L’importante che a casa mia sia tutto in ordine. Che l’erbetta nel mio giardino sia fresca, verde e pulita. Del resto non è Roma la mia capitale? E vado in giro anche vestito sbragato, tanto, alla faccia di ogni decoro, fa molto “in“.

Ma che cosa è quella cosa grigia piccolina con la coda a spillo che si muove velocissima nel mio cortile? Mamma mia: è un topo, anzi due perché dietro al primo ne è spuntato un altro!

Che schifo!!! Adesso chiamo i vigili e mi faccio sentire!!!! Ma sono ancora con il telefonino in mano, quando sento anche il mio vicino gridare: “Al topo, al topo!!!” e tutti e due ci affacciamo sulla strada, fuori dal nostro giardino.

Accidenti ma quelli non sono i nostri sacchetti della spazzatura, che alla sera, non visti, gettiamo al di fuori della nostra staccionata per non fare la fatica di andare sino al primo cassonetto? 

E ora lì in mezzo c’è una bella colonia di topi che sguazza felice in “quel ben di dio” e allora rientriamo nelle nostre belle e linde dimore senza profferir parola.

Noi italiani siamo fatti così e abbiamo allevato molto bene i nostri giovani che alla sera dopo la loro movida lasciano bottigliette di birra e quant’altro sparpagliate in ogni dove, magari con il contorno di qualche bella gomma da masticare che è tutta una goduria quando ti si attacca sotto la suola della scarpa.

Che fare? Mao in Cina aveva avviato un programma di educazione di massa, ma Mao era Mao e se per caso qui da noi ad un qualcuno un giorno venisse in mente di voler dare ordine alla nostra società gli direbbero che è un fascista.

No, meglio lasciare le cose come stanno, sino a quando un esercito di topi non divori tutto quanto.

Ma a proposito di esercito: non si potrebbe riesumare la “Leva obbligatoria” che preveda una permanenza di almeno sei mesi durante i quali i giovani vengano addestrati (visto che le famiglie ormai non lo fanno più) alla civile convivenza?

Una leva obbligatoria durante la quale ai giovani vengano insegnati – come fanno le maestre ai bimbi delle elementari, i quali crescendo però (con Roma sotto gli occhi) ben presto si dimenticano tutto – i principi fondamentali dello stare insieme e dove la divisa non sia quella del guerriero ma quella del volontario della Protezione civile o meglio del “Cittadino volontario” che si prende cura, non solo del suo giardino, ma della sua città.  

Né più, né meno di quanto recitino gli artt. 3 e 4 della nostra Costituzione, addirittura nei suoi Principi fondamentali.

Ma c’è qualcuno che li conosce?

Gian Battista Cassulo  

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