QUANDO L’ODIO FA DIRE DELLE IDIOZIE. Giù le mani dalla Polizia di Stato.

Questa mattina su LA7, a Omnibus, Antonello Caporale, con un’abbronzatura da fare invidia ad una star di Hollywood, rispondeva ad una domanda del conduttore sulla attuale situazione politica, macerandosi di preoccupazioni soprattutto per i “ceti meno abbienti“, profetizzando per loro legnate di tasse e di aumenti di IVA.

Ma sin qui poco male, per un “radical chic“, prototipo di un certo ceto di intellettuali oggi molto di moda, che vedono svolte autoritarie ad ogni stormir di fronde, solo quando la loro parte politica è all’opposizione.

Antonello Caporale, già firma di grido del giornale/partito “La Repubblica” e ora capo redattore de “Il Fatto Quotidiano“, aggiungeva alla sua riflessione, e questo è il grave, una sua preoccupatissima considerazione sulla Polizia di Stato che, a suo dire, potrebbe diventare uno “strumento pericolosissimo nelle mani del Viminale“, comparandola ad una “milizia“.

Antonello Caporale ha talmente “il dente avvelenato” nei confronti di Matteo Salvini, che appunto siede al Palazzo del Viminale, in qualità di Ministro dell’Interno, da confondere la Polizia con la Gestapo.

Quando questa mattina ho sentito queste parole, il caffè che stavo sorseggiando mi è andato di traverso e la mente mi è corsa a quegli agenti della Polstrada di Ovada che il 14 agosto dello scorso anno, sul Ponte Morandi che stava collassando, hanno messo di traverso le loro auto, fermando il traffico che altrimenti sarebbe precipitato nel baratro del Polcevera.

Oppure peso agli agenti della Polfer che controllando sulla “Torino – Genova” l’ordine pubblico sui treni, si trovano davanti gente che invece di esibire il biglietto, tirano fuori il coltello.

E così dicasi anche dei Carabinieri che, come ancora è accaduto l’altro ieri a Novi Ligure, non esitano a scavalcare un poggiolo al settimo piano di un condominio per salvare un’anziana sola in casa caduta per un malore.

Antonello Caporale, prima di farsi assalire dai suoi dubbi amletici dovrebbe, invece che stare in spiaggia o chiuso nella sua redazione, andare in mezzo alla gente e pensare a tutto questo e a tanti altri episodi dove le nostre Forze dell’Ordine dimostrano alto senso del dovere e rispetto per la tenuta democratica del Paese.

Certo, a volte possono esserci delle devianze, ma vengono fuori, come anche recenti fatti di cronaca hanno dimostrato, perché la nostra struttura sociale è ormai talmente articolata che è praticamente impossibile mascherare atteggiamenti autoritari.

Ed anche il Parlamento ha tutti gli strumenti per controllare a partire dal Copasir che è il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, a suo tempo presieduto da illustri nomi della Sinistra, come Massimo D’Alema e prima di lui da Francesco Rutelli e, dopo il quinquennio di Giacomo Stucchi della Lega Nord, dal 2018 in mano a Lorenzo Guerini, un altro esponente del PD .

Quindi sia nella società civile come nella società politica esistono gli strumenti di controllo, ma purtroppo Antonello Caporale e come lui tanti altri “radical chic” che hanno rovinato a colpi di demagogia la Sinistra, non hanno ancora capito che per sconfiggere l’avversario politico, non bisogna “colpire l’uomo ma confutarne le idee“.

Eppure la lezione che hanno avuto da Berlusconi avrebbe dovuto insegnar loro qualcosa.

Per anni si sono accaniti su Berlusconi per eliminarlo a colpi di “olgettine“, di “bunga bunga“, di risarcimenti miliardari ad ex mogli, incastrandolo, come fatto con Al Capone, sul piano fiscale.

Ma se Al Capone fu rinchiuso ad Alcatraz dal quale ne uscì mal concio prima di morire, Berlusconi, pur spogliato di tutti i suoi titoli, è ancora lì, un po’ ridimensionato, ma sempre uno dei dominus della situazione e, ironia della sorte, oggi è proprio quel che resta del PD a fargli, quasi, quasi, la corte!!!!

E allora, per concludere, caro Antonello Caporale cerchiamo di tenere il dibattito politico sui fatti e di confrontarci sui diversi modelli di società che vorremmo costruire, senza agitare fantasmi e soprattutto senza gettare ombre su chi, come la Polizia di Stato, che, assieme alle altre Forze dell’Ordine, ogni giorno è al servizio del Paese.

Così come recita l’Art. 52 della nostra Costituzione repubblicana!!!!!

Gian Battista Cassulo

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