Negli anni ’70 si registrò in Italia la nascita di emittenti radiofoniche private che iniziarono a violare il monopolio della RAI sulle trasmissioni via etere. Dapprima erano semiclandestine; dopo la liberalizzazione, in seguito a una sentenza della Corte Costituzionale del 1976, si registrò un fiorire delle cosiddette “radio libere” poi definite anche radio commerciali. La modalità di trasmissione in FM (modulazione di frequenza) a scapito della tradizionale AM (modulazione di ampiezza), consentiva di trasmettere un buon segnale con potenze relativamente basse; con l’unico inconveniente del più limitato campo di azione della trasmissione. Questo però non è un problema per questo tipo di radio, che per la maggior parte avevano un carattere locale.
All’epoca, le televisioni private non esistevano ancora: in Italia si vedevano solo i canali RAI ed eventualmente la TV Svizzera italiana e Telemontecarlo. Ovviamente non erano ancora comparsi internet e i telefonini. La radio era un mezzo di informazione e intrattenimento più popolare di quanto lo sia ora.
Anche nella zona dell’Oltregiogo si potevano ascoltare diverse radio private commerciali: dalla più nota e longeva, Radio City di Castelletto d’Orba, a Radio BBSI (Alessandria), Radio Gold (Valenza), Radio Saxo di Novi Ligure, RTL di Tortona, Radio Monte Spineto, Radio Monte Tobbio (di Voltaggio), Radio Super Sound di Fresonara, A.I.T. di Arquata Scrivia, e altre ancora. E… Radio Country One.
Dopo circa 40 anni, la settimana scorsa si è svolto, in un ristorante di Novi Ligure, il primo raduno di buona parte dei protagonisti della vecchia Radio Country.
Marina e Claudio Bisio, Giovanni e Maria Luisa Borghero, Pierfranco Bosero, Marco Carli Martini, Giampaolo Cesana, Marina e Paola Cipollina, Gloria Dalmonte, Maddalena Ferrando, Alessandra Ferro, Monica Malatesta, Pio Masini, Ada e Luigi Odino, Luca Panzeri, Paolo e Pietro Parodi, Mariella Pregliasco, Michele Re, Roberta Sainato (quest’ultima la promotrice dell’evento) i partecipanti. Alcuni con qualche ruga e capello bianco in più, o in meno, naturalmente; ma, come ha detto qualcuno dei partecipanti, “con lo stesso entusiasmo di allora”.
Radio Country One nacque nel 1978 quasi per gioco, per idea di un gruppo di amici genovesi e novesi appassionati di elettronica: Paolo e Pietro Parodi, Giampaolo Cesana e Giovanni Borghero. La prima sede di trasmissione era il garage della casa di campagna dei fratelli Parodi nella frazione Ronchetti di Monterotondo di Gavi. Un luogo praticamente in aperta campagna (da cui il nome Country). Durante l’estate dello stesso anno si trasferì, sempre a Monterotondo, nei locali dell’appartamento del custode dell’ex scuola elementare, avendo concesso il comune di Gavi un comodato d’uso. Vennero potenziati gli impianti e creato un vero e proprio studio di trasmissione. Alla conduzione dei programmi si alternavano molti ragazzi, tutti gratuitamente; alcuni appena maggiorenni altri ancora in procinto di diventarlo. Era una radio privata “commerciale”, ma la meno commerciale di tutti: perché aveva pochissimi contratti pubblicitari ed era autofinanziata con le tessere dei soci del club collegato, e con collette per permettere l’acquisto delle necessarie apparecchiature e dei nuovi dischi (tutti in vinile: anche CD e DVD erano ancora da venire). Per insonorizzare lo studio di trasmissione ricorsero all’ingegnoso, efficace e poco costoso stratagemma dei cartoni per uova, che furono forniti da Stefania e Pio Masini, anch’essi tra i collaboratori della radio. Per la parte tecnica, c’erano per fortuna nel gruppo dei bravissimi esperti di apparecchiature. Da una potenza iniziale dei trasmettitori di appena 10 watt, si passò a 100 e poi a 300 watt. L’installazione di un ripetitore su una delle colline più alte di Monterotondo, su un terreno concesso gratuitamente dalla famiglia Allegro (Luigi, Massimo e Maurizio Allegro diventarono anch’essi importanti collaboratori alla conduzione dei programmi) permetteva di far giungere il segnale, alla frequenza di 99.500 Mhz, in buona parte della provincia alessandrina. Nonostante le difficoltà economiche e la limitazione di non poter avere una linea telefonica (che la società telefonica non era disposta a installare in una zona poco densamente abitata), le trasmissioni proseguirono fino al 1980. In prevalenza veniva trasmessa musica leggera, ma non mancavano visite a tutti i generi musicali, rubriche, notiziari e umorismo. Ognuno portava le proprie passioni e la propria competenza. C’erano ovviamente anche gli, allora molto in voga, programmi di “dediche”; mancando il telefono, ci si basava sulle richieste dirette dei visitatori, piuttosto numerosi. C’era pure un ragazzino che girava le borgate in bicicletta raccogliendo su un foglietto le dediche da trasmettere. Altri tempi.
Tornando alla rimpatriata, come ci riferisce Paolo Parodi “è stata una serata stupenda, alla fine nessuno usciva più dal ristorante!”. Grande nostalgia per un periodo della vita più spenseriato, ma anche più creativo.
Ancora oggi esistono tanti canali radio, pur essendo quest’ultimo un mezzo meno utilizzato di un tempo. E’ però una sofferenza ascoltare tanti programmi dove spesso il tempo dedicato alla pubblicità supera quello di tutto il resto. Chi ancora ricorda le trasmissioni di allora non può che pensare quanto ci vorrebbe una Radio Country “Two”!
Una rassegna più ampia sulle radio private che si ascoltavano a quell’epoca nella zona del novese la si può trovare in un articolo di Marco Maggi, pubblicato sul numero di novembre 2015 del semestrale IN NOVITATE.
Stefano Rivara