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ESPLOSIONE DI QUARGNENTO

Una riflessione a riflettori spenti: restano oscuri alcuni aspetti della vicenda.

Un fatto grave, che ha sconvolto non solo la Provincia di Alessandria, ma l’Italia intera.

La confessione del proprietario

Giovanni Vincenti, proprietario della cascina esplosa la notte tra il 4 e il 5 novembre a Quargnento, ha confessato di averla fatta esplodere per riscuotere i soldi dell’assicurazione, simulando una vendetta da parte di qualcuno che poteva avercela con lui, a causa dei suoi debiti o anche “per invidia”, come aveva suggerito lui.

Gesto che è costato la vita a tre vigili del fuoco intervenuti sul posto: Matteo Gastaldo, Antonino Candido e Marco Triches.

La Procura ha contestato a Vincenti disastro doloso, omicidio plurimo volontario e lesioni volontarie.

Proseguono le indagini: ancora alcuni elementi da chiarire

Risultano però ancora taluni elementi poco chiari nella vicenda, soprattutto perché le indagini proseguono per accertare l’eventuale responsabilità anche di altre persone.

In particolare resta da chiarire il ruolo della moglie di Vincenti, Antonella Patrucco, indagata a piede libero.

La donna ha dichiarato che non ne sapeva niente, ma pare che secondo gli inquirenti il giorno prima dell’esplosione i due coniugi siano stati ripresi dalle telecamere della zona mentre si recavano alla cascina.

Resta invece in carcere Vincenti, a seguito della convalida dell’arresto da parte del Gip, che ha disposto l’applicazione della  misura cautelare.   

La Procura prosegue pertanto nell’attività investigativa, per cui l’intenzione degli inquirenti è probabilmente quella di ottenere elementi circostanziali precisi ed ulteriori riscontri probatori.

Perché l’imputazione anche per omicidio volontario e lesioni volontarie?

Il processo ruoterà tutto intorno al dolo rispetto all’omicidio e alle lesioni, in quanto la Procura sostiene che Vincenti avrebbe potuto evitare la tragedia. L’omicidio doloso secondo gli inquirenti sarebbe giustificato alla luce del fatto che Vincenti, pur informato del primo scoppio, non ha comunicato la presenza di altre bombole di gas, pur avendo avuto mezz’ora di tempo per farlo prima che avvenisse la seconda esplosione, impostata con un timer per l’ 01.30.

Il Comune di Quargnento si costituirà parte civile nel processo

Non si danno pace neanche gli abitanti di Quargnento, rimasti anch’essi sconvolti per quanto successo.

Le prime dichiarazioni di Vincenti puntavano il dito su qualcuno del paese, per cui per alcuni giorni si è creato un clima di tensione e sospetto nella comunità.

In segno di solidarietà per le vittime il Comune ha già annunciato che intende costituirsi parte civile e a tal fine si è già rivolto allo studio legale dell’avvocato Giuseppe Lanzavecchia di Alessandria, sia per fare luce su una vicenda che ha visto coinvolto un paese così piccolo e tranquillo, sia per dimostrare la vicinanza degli abitanti di Quargnento a coloro che hanno perso una persona cara.

Il borgo di Quargnento ha dato i natali al celebre artista Carlo Carrà e certamente gli abitanti avrebbero voluto che fosse ricordato solo per questo e non per una vicenda che ha scosso l’intera Nazione e che è stato riportato anche dalle cronache di testate internazionali.

Diverse sono le iniziative prese dal Comune, da ultimo una cena che si è svolta il 16 novembre per raccogliere fondi da devolvere alle famiglie delle vittime. 

Il Sindaco di Quargnento Paola Porzio ha dichiarato che la comunità di Quargnento è stata denigrata, in quanto Vincenti ha dipinto gli abitanti come poco accoglienti e ha cercato di pilotare le indagini verso alcune persone del paese, fornendo addirittura un elenco di persone che secondo lui potevano avere un conto in sospeso nei suoi confronti.

La redazione

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