Alla ricerca della strada perduta
Nelle settimane precedenti le festività natalizie, la costa ligure di ponente tra Voltri ed Arenzano si è popolata di specie, sia ittiche che ornitologiche, a dir poco inconsuete per le nostre latitudini: c’è chi ha segnalato la presenza di un fenicottero rosa lungo la passeggiata di Cogoleto e chi invece ha avvistato un raro esemplare di Sula Fosca davanti la diga foranea, ma, le star indiscusse sono state senza dubbio le cinque orche di Voltri.
Tutto è cominciato il primo di dicembre quando hanno fatto capolino di fronte allo specchio di mare del porto di Genova Pra’ cinque pinne nere, a dir poco insolite, appartenenti ad altrettanti esemplari di Orcinus orca: uno dei mammiferi marini più particolari e allo stesso tempo più difficili da avvistare nel Mare nostrum. Questo gruppo familiare di cetacei, detto “pod”, formato da un maschio adulto, una femmina col cucciolo e altri due esemplari adulti, ha tenuto in apprensione i ricercatori e gli scienziati di tutta Europa per più di due settimane. Le orche, infatti, hanno stazionato per ben 18 giorni di fronte al porto di Pra’ a causa di una triste circostanza: il soggiorno prolungato che ha preoccupato gli esperti è stato dovuto infatti alla morte del piccolo del gruppo.
La madre a lungo ha cercato di spingere in superficie il corpo morto del figlio nel disperato e commovente tentativo di farlo respirare e solo dopo molti giorni di estenuante fatica si è rassegnata ad abbandonarlo al suo destino. In tutto questo periodo il gruppo è rimasto coeso sotto costa in una sorta di compassionevole veglia funebre con l’atroce dubbio da parte degli esperti che gli animali non si stessero nutrendo abbastanza.
La vicenda ha commosso tutti e ha suscitato l’attenzione anche del Ministro per l’Ambiente Sergio Costa che ha emanato un divieto di navigazione nelle acque circostanti a tutte le imbarcazioni private in modo da tutelare il gruppo di cetacei.
Nel frattempo dall’Islanda, dove le orche erano state avvistate per l’ultima volta nel 2017, sono giunti i nomi degli esemplari: SN 113, ribattezzato Riptide, SN 116 ribattezzato Acquamarin ed SN 115 detto Dropi. L’unica a non essere ancora stata registrata era per l’appunto la giovane mamma e il suo piccolo, anche se sembra che si possa trattare della femmina SN 114 che ha avuto già un piccolo nel 2017.
Il riconoscimento degli individui è stato possibile grazie alla comparazione delle foto delle pinne e delle macchie bianche dorsali scattate in questi giorni con quelle degli istituti di ricerca islandesi.
Non è la prima volta che vengono avvistati degli esemplari di orca nel Mar Mediterraneo ma è sicuramente il primo avvistamento così lungamente documentato e così vicino alla costa di un gruppo familiare di questi cetacei.
Le orche sono mammiferi marini appartenenti alla famiglia dei delfinidi, e benché preferiscano vivere in acque fredde sono animali cosmopoliti e possono effettuare anche lunghe migrazioni, come in questo caso, in cui il gruppo ha percorso 5.200 chilometri dall’Islanda al Mar Ligure: in assoluto la migrazione più lunga documentata per questa specie.
L’ipotesi che il gruppo si sia disorientato si fa sempre più concreta, sembra infatti che nel tentativo di andare verso Nord siano entrate per sbaglio dallo stretto di Gibilterra e che abbiano raggiunto il porto di Genova Pra’ essendo questo il punto più a nord del Mediterraneo.
I loro avvistamenti ad oggi si sono spostati a levante di fronte a Porto Venere. Dopo una breve tappa al porto di Vado Ligure, si pensava che finalmente si stessero dirigendo verso l’Atlantico quando inaspettatamente sono tornate indietro lasciando tutti ancora una volta col fiato sospeso per la loro sorte.
Grazie per una descrizione attenta e dettagliata e per il sentimento che traspare dovuto certamente a grande sensibilità ed amore verso questi straordinari animali