A TAVOLA CON LA COSTITUZIONE – Come funzionano le moderne costituzioni e conclusioni

ECCO COME FUNZIONANO LE MODERNE COSTITUZIONI

Per concludere, cari alunni, per comprendere come funzionano le moderne costituzioni, potremmo ricorrere ad una similitudine con un mondo a noi tutti famigliare: il mondo del calcio.

Orbene se noi disegnassimo uno stadio con al suo centro il campo di calcio potremmo dire che nelle gradinate siedono gli spettatori, nelle curve i tifosi e nelle tribune coperte i giornalisti e gli esperti.

In campo vi sono le due squadre, la A e la B ed anche una persona vestita di nero che è l’arbitro. Ai bordi altre due persone vestite di nero, che sono i guardalinee e su un lato del campo sono posizionate le panchine degli allenatori.

La cosa più importante sul campo è il pallone che, tra gli applausi o i fischi, viene inseguito un po’ da tutti e che rappresenta il mondo dei valori condivisi.

Questo è il grande contenitore, ovvero la nostra società civile (lo stadio), all’interno del quale si svolge il “derby”.

Orbene se noi in questa similitudine ai nomi dei vari protagonisti sostituissimo le definizioni degli organismi delle moderne costituzioni, avremmo visivamente sotto gli occhi il nostro moderno modo di vivere la vita pubblica.

E cioè: lo stadio potrebbe rappresentare lo Stato, all’interno del quale gli spettatori, cioè i cittadini, che formano la Società civile, applaudendo altro non fanno che partecipare attivamente alla vita politica del Paese, mentre nelle due curve, dove prendono posto gli spettatori più accaniti, potremmo dire vi siano gli iscritti o i sostenitori dei vari partiti (le squadre A e B). Nelle tribune, dove si siedono invece gli spettatori più critici, si potrebbe immaginare che vi abbiano preso posto i giornalisti, i commentatori e gli studiosi in genere della politica.

Il campo, dove le squadre devono rispettare le regole che valgono anche per tutto il resto dello stadio, potremmo dire sia la Costituzione, mentre i giocatori che si sono dati le regole, rappresentano il Parlamento, ovvero il Potere Legislativo, gli allenatori, che coordinano il gioco, raffigurano il Potere Esecutivo, cioè il Governo e l’arbitro insieme ai due guardalinee che controllano il buon andamento del gioco nel rispetto delle regole, incarnano il Potere Giudiziario, cioè la Magistratura.

In più ultimamente il CONI ha introdotto l’uso della moviola per dirimere le varie contestazioni tra giocatori, arbitri e pubblico su falli o fuori gioco, il VAR, che nella nostra similitudine potrebbe rappresentare la Corte costituzionale, che appunto vigila affinché le leggi ordinarie non creino conflitti con la Costituzione.

CONCLUSIONI

Cari alunni siamo giunti dunque al termine di questo nostro racconto e, se mi consentite ancora una similitudine, potremmo dire che l’umanità è come un uomo che cammina, il quale, per segnare il suo passaggio, colloca pietre là dove il tracciato diventa incerto.

E pietra dopo pietra gli uomini che camminano praticamente elevano al cielo delle piramidi (I Doveri dell’UomoGiuseppe Mazzini, 1805 – 1872).

E queste piramidi sono i grandi eventi che hanno segnato la nostra storia. Una storia che ci ha condotto dal mondo degli schiavi al nostro attuale civile convivere, ma la strada che abbiamo davanti è ancora lunga e ricca di sorprese, perché appunto l’umanità è sempre in cammino.

Noi oggi, ad esempio, siamo un po’ come quegli uomini del 1492, quando, sciogliendo gli ormeggi, si apprestavano, superando le Colonne d’Ercole, ad affrontare gli oceani.

Andavano con le vele al vento verso l’ignoto e hanno cambiato il senso della storia. Hanno cambiato il nostro modo di vivere, hanno favorito, sia pure tra luci e ombre, quel progresso che ci ha portato ad essere quello che siamo.

Un progresso che addirittura ha trasformato i nostri tratti somatici, facendoci evolvere dal nostro antenato, l’uomo di Neanderthal, all’homo sapiens, grazie ad una selezione naturale che, in virtù di un nuovo sistema di alimentazione unito ad un innalzamento del grado culturale, ha ridotto man mano la nostra aggressività, liberando, secondo una recente scoperta del biologo molecolare, prof. Giuseppe Testa, un gene, il Baz 1B, che ha dato all’uomo moderno i tratti gentili del suo volto.

E questa scoperta altro non è che la convalida dell’intuizione che già aveva avuto nell’Ottocento un altro biologo naturalista inglese, Charles Darwin(1809 – 1882), quando affrontò il tema dell’evoluzione della specie nel suo celebre trattato: “L’origine della specie per selezione naturale” (1859). Una selezione naturale ravvisata prima di Darwin anche da un biologo tedesco, Alexander von Humbolt (1769 – 1859), il quale, affermando che la natura non è al servizio dell’uomo, anticipò l’idea di “ecosistema”.

Un mondo ed una umanità dunque in eterno cammino e, così come nel 1492, ora le nostre future “Colonne d’Ercole” saranno quelle dello spazio, dove già oggi uomini coraggiosi stanno esplorando i nostri più lontani confini, mentre sulla nostra cara, vecchia terra la ricerca scientifica avanza a passi da gigante per sostenere queste nuove sfide.

Se un tempo infatti, quando audaci naviganti su fragili imbarcazioni si apprestavano a levare le ancore verso l’ignoto, il problema era quello del cibo e della sua conservazione, oggi, per affrontare lo spazio interstellare, il problema consiste nel trovare materiali idonei per far sopportare alle navette spaziali le escursioni termiche e per fornire le scorte di ossigeno e di cibo agli astronauti.

Ma siamo sulla buona strada perché una ditta, proprio qui in Piemonte a Domodossola, ha creato speciali filati resistentissimi più dell’acciaio, ma infinitamente più leggeri e malleabili, con i quali realizzare indistruttibili tute e robusti ma leggeri moduli spaziali, come ci spiega il suo ideatore, Giuseppe Ballesio, che favoriranno la creazione di stazioni interplanetarie dalle quali spiccare il volo verso nuovi mondi.

E allora, forse, si creeranno le condizioni per un ulteriore salto di qualità (speriamo non in una involuzione) nel nostro civile convivere e avremo nuove Costituzioni, dove la tecnologia giocherà, come già stiamo vedendo, un ruolo molto importante. Perché anche le Costituzioni, come l’umanità, sono un corpo vivente.

E con questo cari alunni, sperando di non avervi annoiato, ho tentato di condurvi quasi per mano, imparando anch’io, in un viaggio, fatto sia pure a grandi balzi, attraverso i secoli alla ricerca delle radici del nostro attuale civile convivere.

Un civile convivere che è costato enormi sacrifici a chi ci ha preceduto, ma che ora ci mette nelle migliori condizioni per potere affrontare l’ignoto.

Però, se non vogliamo ricadere nella notte dei tempi, ricordatevi che la cosa più importante, anche se Internet sembra metterci il mondo in mano, è la partecipazione concreta, costante e attiva di ognuno di noi alla vita della collettività, senza nasconderci dietro la comodità di un semplice Twitter o di un click.

La partecipazione alla vita sociale infatti è faticosa e va fatta in prima persona, ma questo sforzo è necessario, perché se deleghiamo agli altri l’esercizio della nostra libertà, prima o poi la perderemo.

Essere cittadini significa vivere la vita del Paese, perché cittadini non si nasce, si diventa.

Gian Battista Cassulo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *