La voce della Lega: “Dal Governo solo slogan. Il Piemonte stanzia risorse vere ed immediate per la ripartenza”
In attesa dell’inizio della cosiddetta “Fase 2” della pandemia da Coronovirus, tra polemiche e preoccupazioni, confronti e interpretazioni, nel tentativo di arginare la grave crisi economica che si prepara ad investire il nostro Paese, anche le forze politiche di opposizione fanno sentire in termini costruttivi la loro voce.
In Piemonte, come del resto anche in altre regioni del Paese, la maggior parte dei comparti produttivi dovranno infatti essere riorganizzati, con l’ovvia conseguenza che, in mancanza di aiuti economici rapidi e concreti da parte dello Stato, molti di loro si troveranno ben presto in situazioni di seria criticità, andando inevitabilmente ad impattare con un effetto domino su altri settori ed attività.
Una situazione che conoscono bene gli stessi titolari delle attività produttive, molti dei quali, seppur autorizzati ad aprire, preferiscono tener chiuso al fine di tutelare la salute dei propri dipendenti a fronte invece di incassi assolutamente esigui e del tutto insufficienti a coprire le spese.
Risultato: molti dipendenti costretti a rimanere a casa, in attesa della cassa integrazione che non arriva, alle prese con affitti, bollette e spese quotidiane da un lato e macchinosa burocrazia per ottenere aiuti dalle banche dall’altro.
Non si è fatta attendere in proposito la risposta dell’On. Riccardo Molinari che con un comunicato stampa del 25 aprile scorso sottolinea il diverso atteggiamento del Governo Conte e dell’amministrazione piemontese guidata da Alberto Cirio.
“Siamo davvero al paradosso” esordisce il Capogruppo della Lega alla Camera. “Il Governo Conte non ha accolto un emendamento Lega al Decreto Cura Italia che avrebbe consentito alle Regioni e alle Province autonome di triplicare le risorse per la valorizzazione del personale sanitario, medico e non solo, da due mesi in prima linea a fronteggiare l’emergenza, anche a costo della vita, soprattutto nelle regioni più colpite dal Covid-19, come Lombardia e Piemonte. Al contempo da fonti governative spesso si avanzano critiche alle amministrazioni regionali, che invece sono le uniche a fare pienamente tutto quanto in loro potere. Da Roma solo slogan e polemiche, mentre la Regione Piemonte ha rapidamente messo in campo, con il ddl RipartiPiemonte come esplicitamente chiesto dalla Lega, risorse concrete con cui riorganizzare la ripartenza dei diversi comparti produttivi. 800 milioni di euro per sostenere imprese, lavoratori e famiglie, di cui 55 milioni di euro per il nostro personale sanitario, per integrare stanziamenti governativi assolutamente inadeguati a far fronte alla situazione“.
Con l’occasione netta è stata anche la presa di posizione dell’On. Molinari a sostegno del lavoro svolto sino ad ora dall’Assessore alla Sanità piemontese, Luigi Icardi: “Sappiamo bene in che condizioni il Centro sinistra a guida Chiamparino (Ndr.: Sergio Chiamparino sindaco di Torino dal 2001 al 2011 e Presidente della Regione Piemonte dal 2014 al 2019) ha lasciato la sanità piemontese, sul fronte ospedaliero come territoriale. L’Assessore Icardi ha fatto l’impossibile per far fronte all’emergenza: chi ne chiede le dimissioni si faccia prima un esame di coscienza e sappia che Icardi non sarà il capro espiatorio di un sistema sanitario indebolito da anni di tagli imposti da Roma e scelte sbagliate fatte a Torino, con protagonisti che hanno nomi e cognomi noti e che non sono di certo Luigi Icardi”.
Samantha Brussolo