Un servizio realizzato da Genny Notarianni per “Filo diretto”, la rubrica de “l’inchiostro fresco” di politica, costume e società.
Regia di Fausto e Giacomo Piombo
Ormai ad emergenza sanitaria inoltrata ma non ancora terminata, abbiamo incontrato il Sindaco di Novi Ligure, Gian Paolo Cabella, per tentare di tracciare un quadro sulla situazione in città, sia sotto il profilo della salute pubblica, sia sotto quello economico e sociale.
Ci siamo così recati a Palazzo Pallavicini, dove ancora risiede l’ufficio del Sindaco e della Giunta comunale in attesa del definitivo trasloco a Palazzo Dellepiane, nuova sede municipale, ed ecco i contenuti di questa nostra intervista.
Sig. Sindaco una domanda d’obbligo anche se banale: come ha vissuto e sta vivendo questa emergenza la città?
La Città ha reagito compostamente ed in modo consapevole dei rischi che si possono correre trasgredendo le norme igieniche che sono state diramate; al di là di qualche episodio di intemperanza, voglio evidenziare che, a tutto il 27 aprile dalla nostra Polizia Municipale sono stati effettuati 1.141 controlli di cui solo 51 sono stati sanzionati. Come si può vedere la percentuale dei contravventori non arriva al 5%. Comunque le strade sono deserte e nel mercato alimentare cittadino la frequenza dei consumatori è regolamentata e rispettata. Tutto sommato la Città risponde coerentemente alla situazione.
Anche se con dolore, devo chiederle alcuni numeri: quante le persone decedute e quante quelle ancora in terapia intensiva, ed ancora, l’Ospedale ha retto bene?
Abbiamo continuato a comporre statistiche dei fatti succeduti nel tempo, sulla base dei dati in nostro possesso e di quelli che ci vengono comunicati dagli enti esterni. Per quanto riguarda i decessi abbiamo raccolto tutti gli atti di morte registrati allo stato civile con la chiara attribuzione al contagio Covid sulla scheda ISTAT; si tratta di ben 115 soggetti di cui 24 residenti nella nostra città (Ndr.: l’Ospedale di Novi è centro di riferimento per tutto il circondario). Per quanto attiene all’occupazione dei posti letto del Presidio S. Giacomo siamo in presenza, oggi, di 3 posti letto di Terapia Intensiva su di una disponibilità di 10 e di 29 di Media Intensità su 121. Rispetto i giorni critici della prima decade di marzo la pressione sull’ospedale è andata pertanto scemando.
La “catena di comando” Stato – Regione – Comune è risultata sin da subito chiara o vi sono stati degli intoppi?
Con i moderni mezzi di comunicazione che abbiamo a disposizione, non si può sostenere che ci siano intoppi nella catena di comando; addirittura abbiamo potuto avere bozze dei provvedimenti ufficiali prima ancora di essere pubblicati in Gazzetta. Talvolta ci siamo imbattuti in difficoltà interpretative, ma con il buon senso e la “diligenza del buon padre di famiglia” le abbiamo superate. Quella che è venuta a mancare dal primo aprile è stata la comunicazione dei soggetti sottoposti a quarantena domiciliare, divisa da ogni altro elenco che bisogna ricavare, con le cautele della riservatezza, sul sito della Regione. Sito a mio parere molto confuso, perché fino a quando quel tipo di comunicazione è stato fornito dal Dipartimento di Prevenzione dell’ASL le individuazioni dei soggetti da monitorare erano ineccepibili.
Ad oggi, per fronteggiare questa emergenza, da parte di Stato e Regione quante e quali risorse si sono riversate nelle casse comunali?
Parliamo di risorse assegnate, non versate nelle casse comunali. Abbiamo ricevuto per disposizione della Protezione Civile, 149.000,00 € destinati alla somministrazione dei buoni spesa ai soggetti messi in difficoltà dall’epidemia; 29.000,00 € per le sanificazioni nelle nostre sedi di lavoro; 4.600,00 € per le necessità derivanti dagli adempimenti eccezionali richiesti ai componenti il corpo della Polizia Municipale, mentre la Regione sta aprendo una procedura per la concessione di un contributo a favore delle rette degli asili nido.
Come sono state redistribuite? Vi sono stati aiuti anche da Enti privati e donazioni in genere?
Il Consorzio dei Servizi alla Persona, da noi incaricato di gestire la distribuzione dei buoni spesa, sta consegnando, a domicilio dei richiedenti risultati in regola con le disposizioni dell’ordinanza 658 della Protezione Civile, i buoni che consentono l’acquisto di generi alimentari e di prima necessità presso gli esercizi cittadini che hanno aderito all’iniziativa. Ad oggi sono già stati distribuiti 62.800,00 € di buoni per 472 nuclei richiedenti, di cui 137 hanno già ricevuto la seconda tranche riferita alla terza settimana. E mi lasci aggiungere un doveroso ringraziamento per l’incessante opera messa in atto dal nostro Consorzio. Le altre risorse fanno parte delle normali procedure di spesa del bilancio.
Abbiamo notizia di un’imponente donazione disposta dalla Confraternita della Misericordia che ha permesso l’acquisto di quattro letti completi di terapia intensiva per l’Ospedale San Giacomo; inoltre una fondazione privata ci ha destinato un contributo di 30.000 per l’assistenza a famiglie con minori portatori di handicap; noi abbiamo promosso la costituzione di un fondo per la fornitura di reagenti necessari all’esecuzione di esami sierologici per la ricerca degli anticorpi, destinati al laboratorio dell’ospedale e dell’operazione si è offerta la Croce Rossa di Novi per fare da collettore. Lo screening epidemiologico è stato recentemente autorizzato dalla Regione. Sappiamo che un’iniziativa, sempre per dotazioni di attrezzature all’ospedale, sta partendo promossa da cittadini volonterosi; 18.000 mascherine sono state donate dall’Associazione Nazionale Carabinieri al comune e distribuite alla cittadinanza; a breve un altro ingente quantitativo di mascherine verrà donato al comune da una azienda cittadina. Altre 2.600 sono arrivate dalla Corea, da amici collegati ad una organizzazione di cantanti cittadini (Ndr.: Novincanto) Come vede una gara di solidarietà si è aperta nella città, a tutti va la riconoscenza dell’amministrazione, che non può che constatare, se ce ne fosse mai bisogno, l’immensa carica di umanità dimostrata dai Novesi in questi drammatici frangenti.
Sappiamo che le Forze dell’Ordine in questi più di due mesi hanno svolto un lavoro eccezionale, ma vorremmo sentire da lei come hanno interagito tra loro Protezione civile, Polizia locale e le altre Forze dell’Ordine’
Le Forze dell’Ordine non mancano mai di offrire un servizio ineccepibile, concordando linee comuni di azioni con il nostro contingente della Polizia Municipale; dobbiamo essere orgogliosi del monitoraggio congiunto che hanno saputo organizzare nei confronti della sicurezza dei cittadini.
Anche se si dice che questo è un “virus democratico” perché colpisce indistintamente tutte le classi sociali, il periodo di quarantena non è stato uguale per tutti. Un conto è viverlo ad esempio in un attico, un conto viverlo in un piccolo appartamento. E poi c’è il grande tema di chi vive in povertà, di chi non ha casa e delle persone in grande stato di bisogno. L’Amministrazione comunale come si è attivata soprattutto nei confronti di questi ultimi?
Concordo con lei che la permanenza forzata al domicilio, non solo dei sottoposti in quarantena, ma anche di quei cittadini che, per le condizioni personali, non hanno una motivazione seria di uscire di casa, sta procurando tensioni psicologiche non da poco. Ma per quanto riguarda il tema della povertà assoluta, quella che impedisce finanche di avere un punto di riferimento certo per un ricovero notturno, mi preme sottolineare che l’amministrazione comunale si è già attivata: l’Ufficio Patrimonio sta individuando alcuni locali che potrebbero essere attrezzati da dormitorio, mentre per la gestione vera e propria delle attività connesse, siamo in contatto con la Caritas Diocesana, che ha le conoscenze necessarie per “scovare” le occasioni dell’indiscusso bisogno, pur tenendo conto di tutte le cautele necessarie per evitare i possibili contagi.
Se questa pandemia ha colto il mondo di sorpresa, anche se era prevedibile soprattutto nell’odierna era della globalizzazione, non dobbiamo però farci trovare impreparati per la fase di ripresa. In questo senso quali i programmi del Comune per aiutare, nell’ambito delle sue competenze, il riavvio della rete commerciale e del tessuto produttivo in genere?
Non devo certo spiegare a voi, piuttosto dovrebbe avvenire il contrario, il sistema di riparto di competenze legislative, tra Stato e Regioni, nel titolo V della Costituzione e come sia difficile pensare al Comune come un soggetto giuridico con un ruolo importante nell’ambito della tutela della sicurezza del lavoro. Mi aspetto che Stato e Regione facciano la loro parte, come da giorni promettono. L’Amministrazione Comunale di Novi mette a disposizione ogni mossa ed energia per dare attuazione alle politiche che verranno decise. Detto questo sarebbe opportuno riuscire a favorire, per quanto le competenze lo consentano, la contrattazione fra parti sociali e parti datoriali sull’uso di cautele per l’esecuzione in sicurezza del lavoro all’interno delle aziende; per il riavvio della rete commerciale siamo in presenza di valide ipotesi di intervento che, da un lato mirano ad alleggerire la pressione tributaria delle imprese mentre dall’altro guardano con favore a qualunque iniziativa scaturisca dalle associazioni di categoria nell’ambito della consulta neo costituita; da ultimo, per il tessuto produttivo in genere potrebbe essere buona cosa che il mondo finanziario addivenisse alla sburocratizzazione delle procedure concessive dei prestiti disposti dalle ultime disposizioni governative.
Per concludere cosa si sente di dire ai novesi in questo frangente che ci ha fatto toccare con mano tutta la nostra fragilità?
Al sorgere dell’epidemia avevo già fatto riferimento ad una situazione simile alla guerra; ora più che mai occorre concentrare tutte le nostre attenzioni al superamento di questa impossibilità di riattivazione di un tessuto produttivo, già minato da anni di crisi, che è stata caratterizzata dall’inattività forzata di due lunghi mesi. Sono sicuro che i Novesi, come hanno fatto i nostri padri e i nostri nonni, sapranno concentrare tutte le loro forze per riportare la città alla normalità. E tornare alla normalità potrà purtroppo portare a galla nel nostro modo di vivere anche considerazioni che fino a l’altro ieri ci sembravano fantascienza. Dovremo imparare a comportarci in maniera diversa, più attenti a noi stessi ma anche al nostro prossimo; dovremo convivere con un nemico che forse continuerà ancora per molto tempo a farci paura, anche se non lo vediamo. Ma facciamoci coraggio: la storia ci insegna che parecchie civiltà fiorenti sono svanite nel nulla per motivi a volte poco noti, noi invece abbiamo dalla nostra parte l’aiuto di una scienza progredita che saprà offrirci le soluzioni per uscire da questo incubo.
Genny Notarianni
Intervista raccolta in streaming il 28 aprile 2020