Abbiamo già scritto alcuni giorni fa della protesta dall’Associazione Pendolari Novesi per la permanente insufficienza del servizio ferroviario nelle linee che transitano a Novi ligure.
Una buona notizia riguarda invece il servizio sulla linea ferroviaria Acqui Terme -Asti: da lunedì 11 maggio è ripreso un minimo servizio sostitutivo su autobus, e da lunedì 18 sarà parzialmente ripristinato il servizio ferroviario, con quattordici treni. Sempre di meno rispetto all’orario normale, ma sicuramente un passo avanti. Il sindaco di Acqui Terme, Lorenzo Lucchini, ha accolto positivamente la notizia: “È un annuncio positivo per la città in quanto questa linea ferroviaria è di vitale importanza per la nostra comunità. Sono molto contento che le mie richieste fatte pervenire alla Regione Piemonte siano state ricevute e raccolte nel più breve tempo possibile.”
Sulla linea da Acqui per Genova il servizio ferroviario non era stato interrotto neppure nella “fase 1”, ma dimezzato come numero di treni. Con la “fase 2” è stata ripristinata un’altra coppia di treni, ma siamo sempre sotto gli standard abituali. (Per domenica 17, causa lavori infrastrutturali, i treni tra Campoligure e Genova sono sostituiti da bus).
l’Assessore ai Trasporti della regione Piemonte, Marco Gabusi, promette:”continueremo a potenziare progressivamente gli orari, puntando a ripristinare il 100% dei treni quando apriranno le scuole e ci sarà una richiesta decisamente superiore a quella attuale”.
Infatti, dalle testimonianze anche recenti dei viaggiatori risulta che tutti i treni sono pochissimo frequentati: si parla, secondo i treni, di una percentuale tra il 5 e il 15% dei viaggiatori abituali prima dell’emergenza corona virus. Evidentemente, non solo la chiusura delle scuole, il fermo degli spostamenti turistici, la mancata riapertura di molte attività, ma anche la paura dei contagi inducono molte persone a evitare il più possibile i mezzi pubblici. E anche gli spostamenti su mezzi privati, oltre determinare aumenti di costi e inquinamenti, scontano le difficoltà viarie già presenti dall’anno passato. In particolare, soprattutto l’autostrada A26 è uno stillicidio di cantieri che procedono a rilento o non procedono affatto.
Lamentele giungono dai viaggiatori riguardo ai mancati controlli sui viaggiatori, che dovrebbero usare le mascherine, e sulla carenza o assenza dei previsti igienizzanti, che l’azienda ferroviaria ha promesso di fornire.
Occorre prestare molta attenzione anche all’uso dell’aria condizionata, e più avanti del riscaldamento, che con il ricircolo possono essere veicolo di trasmissione dei virus. È sempre raccomandabile un ricambio frequente dell’aria interna, anche con l’apertura di qualche finestrino.
Permanendo, probabilmente ancora per diversi mesi, la necessità di distanziamento sociale, il problema del trasporto pubblico rischia di essere di difficilissima soluzione.
C’è anche il rischio che, preferendo in molti usare il mezzo privato, si facciano dei nuovi passi indietro in tema di lotta a traffico e inquinamento.
Al di là dell’ottimismo espresso da molti governanti, locali e nazionali, l’impressione è che si proceda un po’ a vista, tentando di tamponare gli effetti della presente crisi. Ma quello che manca è una vera progettualità, un tentativo di cogliere l’occasione dell’indispensabilità del cambiamento per modernizzare questo paese.
Stefano Rivara
nella fotografia: la fermata di Genova Costa sulla linea da Acqui Terme