Domenica 28 giugno 2020 abbiamo fatto una bella scarpinata lungo le sponde del Brugneto: sei ore di cammino ma ci siamo divertiti!!!
Il Brugneto è un lago artificiale che disseta la grande Genova ed è stato realizzato nel 1956. Ecco qui di seguito una sua illustrazione storica e tecnica a cura di Stefano Milano, nota guida escursionistica di Novi Ligure
Incastonato fra i boschi dell’alta Val Trebbia, il lago del Brugneto, uno specchio d’acqua di quasi un chilometro quadrato di superficie (il più ampio della Liguria), si inserisce così bene nel paesaggio da far pensare che sia sempre stato lì, elemento caratteristico di queste montagne sin dalla loro origine. Invece l’invaso è di origine artificiale. È stato realizzato nel 1959 dall’Azienda Municipalizzata Gas e Acqua di Genova per garantire l’approvvigionamento idrico del capoluogo della regione.
L’area interessata dall’invaso
In quell’area, prima del ‘59, esistevano due piccolissimi insediamenti montani, Frinti e Mulini di Brugneto, oggi completamente sommersi dalle acque. La formazione dell’invaso, ad opera della costruzione della diga, modificò profondamente la geografia locale e l’ambiente naturale creando profonde insenature nei fianchi della valle. Lo sbarramento sul torrente Brugneto e l’allagamento del fondo valle rappresentarono anche un drastico cambiamento per l’ecosistema locale.
Le modifiche all’ecosistema locale
Una volta sommersi gli insediamenti e abbandonate le attività agricole i boschi tornarono al loro aspetto selvaggio e ai castagneti si sostituirono nei decenni vaste faggete sui versanti più ombreggiati. Su quelli esposti al sole invece i boschi abbondano di alberi di cerro, frassino e maggiociondolo. La presenza del lago ha contribuito nel tempo ad incrementare la biodiversità vegetale, con il diffondersi lungo le sue sponde di specie tipiche degli ambienti umidi, come il salice e il pioppo. In questo ambiente selvaggio e tranquillo trovano rifugio anche diverse specie animali come volpi, donnole, faine, ricci, tassi, cinghiali e una popolosa colonia di daini che popola la zona, fino al soprastante monte Antola.
L’avifauna
Ricca è anche l’avifauna, formata da rapaci e uccelli acquatici come aironi cinerini, germani e garzette. Anche sotto la superficie del lago prospera una variegata comunità animale, composta da trote, tinche, carpe, carassi, pesci gatto, persici sole, persici trota e cavedani.
La diga e il lago
L’enorme diga che ha creato il Brugneto è lunga 260 metri ed alta 80 e si trova a 700 metri sul livello del mare. II lagosi trova in provincia di Genova, in alta Val Trebbia all’interno del Parco Regionale del Monte Antola, nei Comuni di Torriglia, Propata e Rondanina. Lo si raggiunge percorrendo la S.S.45 della Val Trebbia fino a Torriglia: da qui si devia lungo la provinciale per S. Maria del Porto – Diga del Brugneto, e si può parcheggiare in prossimità della diga.
I sentieri
Nei dintorni si trovano molti sentieri, ma il più interessante è quello che consente di fare il giro dell’invaso percorrendo 14,5 chilometri con 5 o 6 ore di cammino. Volendolo compiere in senso orario, il punto di partenza è lungo la strada carrozzabile, 200 metri a monte della diga stessa, sulla riva orografica destra. L’imbocco è segnalato anche da una bacheca cartografica Il percorso entra nella faggeta mantenendosi appena sopra al livello del lago e sfiorando le prime aree pic nic (che in tutto sono quattro). Dopo aver superato una grossa ansa il sentiero sale quindi alla borgata di Costa di Paglia, dove si raggiunge l’asfalto. Subito a destra si rientra però nel bosco, attraversando due antichi ponticelli di pietra (alcuni metri sotto al primo c’è un vecchio mulino con cascata). Appena sotto Bavastri si torna sull’asfalto seguendo per 700 metri la carrozzabile per Albora sino al ponte. Subito dopo il ponte, a destra, si riprende il sentiero che, costeggiando il lago, si addentra nel bosco passando sotto al Albora. Si arriva così poi all’ansa più grande, che si aggira con una lunga salita verso Caffarena, allontanandosi dal lago. In cima al sentiero si può vedere la croce della cima dell’Antola. Prima di giungere al paese si gira a destra e si scende ripidamente di nuovo al lago, che si costeggia passando sotto Fontanasse per poi raggiungere infine la diga, attraversata la quale si raggiunge il parcheggio.
Le case celtiche
Lungo il percorso è ancora presente qualche raro relitto di antica tradizione edificatoria come Le Case Celtiche, dal tetto di paglia delimitato da due pareti di pietra disposte a “gradoni”. In alcuni periodi dell’anno, in fondo al lago, quando il suo livello si abbassa si può vedere un ponte di attraversamento ancora in ottime condizioni, probabilmente costruito all’epoca della costituzione dell’invaso. Nonostante quanto si possa pensare, pur trovandosi in una zona ampiamente attraversata da rogge di ogni genere che alimentano il lago, lungo il percorso si trova una sola sorgente, pertanto è opportuno, se si vuole compiere l’escursione completa, portarsi nello zaino un buon rifornimento d’acqua.
Stefano Milano