Continuano i disagi nella Valle Stura, Val d’Orba ed Ovadese
L’Ufficio Territoriale della Prefettura di Alessandria, con una lettera indirizzata a S.p.A. Autostrade, alla Prefettura di Genova, alla Provincia ed alla Polizia Stradale di Alessandria, richiama all’attenzione sugli inevitabili problemi che derivano dalla mancanza di strade alternative in caso di chiusura contemporanea di strada statale e autostrada.
Infatti in caso di eventi metereologici avversi che potrebbero innescare le frane che incombono ormai da mesi sulla S.S. 456 del Turchino la suddetta strada viene chiusa all’altezza di Gnocchetto e l’unica alternativa resta l’autostrada A/26 non sempre agibile a causa dei numerosi cantieri aperti.
Questa iniziativa è stata presa in seguito ad una lettera inviata dal gruppo “Viabilità Valli Stura ed Orba” il 3 luglio 2020 ai Prefetti di Alessandria e di Genova dove si rende noto lo sconcerto e lo sconforto delle popolazioni delle Valli Stura ed Orba a seguito dell’ennesima chiusura contemporanea dell’autostrada A 26 e della statale SS456 del Turchino.
“Avevamo ben sperato dopo l’incontro del 16 giugno scorso in cui si stabiliva che in caso di allerta meteo Autostrade per l’Italia non avrebbe chiuso la tratta Ovada Genova Prà”, si legge nella missiva del comunicato “Alla prima occasione, quella odierna (3 luglio, ndr.) si è invece verificato l’esatto contrario”
I disagi patiti dagli abitanti delle due vallate non si riassumono solo nel venir meno del diritto alla mobilità, come scritto nella suddetta lettera, ma sono anche di carattere economico e sociale.
“Nessuno ha idea di cosa significhi percorrere l’unica stradina alternativa che attraversa le montagne, stretta e senza protezioni, dove si avventurano camion e si formano ingorghi di auto” prosegue il comunicato “La pazienza è al limite, le 4000 persone iscritte al nostro gruppo ci propongono “azioni forti” ed i primi segni di insofferenza degli animi cominciano ad essere palpabili”.
Nel frattempo oggi si è inaugurato il nuovo ponte Genova San Giorgio a quasi due anni dall’immane tragedia del 14 agosto del 2018 in cui persero la vita 43 persone.
Un segnale forte e di speranza che rischia però di essere una cattedrale nel deserto se il resto della viabilità ligure ed italiana rimane in condizioni di forte degrado.
Luca Serlenga