“L’estate sta finendo e un anno se ne va” cantavano i Righeira nei ruggenti anni Sessanta quanto tutti in coro intonavano “Vamos a la playa“!!!!
Il duo Righeira
Tempi felici quelli, quando c’era il boom economico e il “Muro di Berlino” teneva ben diviso il mondo: i buoni di qua e i cattivi di là. Scegliete voi dove stavano i buoni e dove i cattivi.
Era un mondo tutto sommato più semplice, schematico, ma dove covavano feroci contrapposizioni, egoismi e disuguaglianze che oggi stanno rivelando con la forza della loro brutalità il lato peggiore del volto umano.
Ma a quei tempi, un po’ come i bimbi che chiedono tutto ai nonni e i nonni li accontentano, noi si andava “a la playa” con la spensieratezza di chi non pensa al futuro, anche se restava la consapevolezza di un anno che stava volando via!!!!
Poi, quasi all’improvviso, il mondo è cambiato. Alcuni muri si sono sgretolati, altri sono stati costruiti, ma su tutto è apparso Internet che ci ha fatto in un sol colpo apparire il mondo più piccolo e a portata di mano, ma che ci ha fatto anche vedere anche le paurose condizioni di una società globalizzata dove la ricchezza è concentrata in poche mani mentre la povertà dilaga.
Ciò nonostante lo spirito dell’allegria e della voglia di stare insieme ha resistito, perché il piacere della vita è connaturato all’essenza stessa dell’umanità.
Oggi però, con l’emergenza Covid, siamo di fronte ad un nuovo cambiamento. Ci troviamo al cospetto di una doppia incertezza: quella sanitaria e quella del timore di essere manipolati non si sa bene da quale oscura forza. Ci sentiamo tutti più deboli e indifesi.
E allora, sul finire di questa strana estate 2020 dove tutti o quasi tutti siamo in fila con mascherine e tamponi, vi riproponiamo qui di seguito una pagina che facemmo circa dieci anni fa (2009) su “l’inchiostro fresco“, quando ancora si era spensierati anche se le avvisaglie di un mondo in cambiamento si stavano già sentendo, ma che mai avremmo immaginato che si sarebbero rivelate così disastrose!!!!!
La Redazione
Oddio, i Righeira sono di una ventina di anni dopo i “sessanta”.
Certo il “vamos a la playa” non ha nulla a che fare con gli anni sessanta. A me ricordano i nani e le ballerine