SUL TARINE’ E SUL SUO TITANIO SI RIACCENDONO GLI INTERESSI?

Su “Il Secolo XIX” del 13 ottobre 2020, a firma di Marco Menduni, in prima pagina appare un articolo con il titolo: “Caccia al Titanio, sul Beigua la sfida tra soldi e Natura” e all’interno, pagina 9 è tutta dedicata all’argomento con tanto di cartina dove si illustra la zona interessata e in particolare il monte Antenna

Al Secolo hanno scoperto l’acqua calda, oppure iniziano a tirare la cordata a chi ha l’interesse a far partire le ruspe? Non sappiamo ma per quanto ci riguarda è già da un po’ che con “l’inchiostro fresco” su questo tema ci siamo sopra e non ci siamo limitati a scriverne sin dal giugno 2015, ma siamo andati direttamente a vedere quello che dovrebbe diventare il cuore del bacino estrattivo: il monte Tariné

E così il 19 luglio 2015 ci siamo messi anche gli scarponi e sul quel monte ci siamo andati e lo abbiamo filmato in tutti i suoi aspetti ambientali e paesaggistici. Abbiamo anche dato più volte voce ad un comitato locale “Salviamo il Tarinè”, che ormai da anni è attivo a Piampaludo e abbiamo intervistato più volte il suo presidente Sonia Pesce.

Ma, soprattutto, abbiamo cercato di sensibilizzare tutti i sindaci dei comuni rivieraschi dell’Orba, pubblicando nella prima pagina de “l’inchiostro fresco” (n. 5 del giugno 2015), un articolo/inchiesta dal titolo: “Tarinè: un’altra ACNA di Cengio?”, sui possibili pericoli che un impianto estrattivo fatto in Liguria potrebbero riversarsi su tutta la valle dell’Orba in Piemonte sino a Castellazzo Bormida, perché l’Orba nasce sotto il Faiallo e ai piedi del monte Antenna ha un suo invaso.

Ma, se si escludono i sindaci di Sassello e Urbe, diretti interessati, dagli altri nulla, manco una parola. Eppure l’ACNA di Cengio qualcosa avrebbe dovuto insegnare! Adesso questo articolo riaccende un faro sul Tarinè, forse qualcosa sta bollendo in pentola?

Gian Battista Cassulo

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