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CONTE, UN UOMO CHE GUARDA AL FUTURO!

Beato quel popolo che ha governanti lungimiranti, con la testa volta al cielo…

L’Italia è un Paese fortunato perché ha un pool di governanti che non dormono sugli allori delle vecchie ideologie, ma, superandole d’un balzo, guardano al futuro.

Fulgido esempio di questa nuova classe politica – all’interno della quale però si ritrova ancora un buon numero di “antichi” esponenti che hanno militato nei vecchi partiti storici della cosiddetta Prima Repubblica, ma che comunque hanno rimosso dalla loro personale memoria il ricordo di quei tempi “lontani e grigi” – è il nostro Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, che, come ai tempi dell’Antica Roma, in questo momento di crisi è stato ormai da un anno nominato Deus ex machina del nostro sistema politico.

E interpreta questo suo ruolo di Dictator (potere assoluto pro tempore) in modo eccellente.

Da un anno infatti ci sta tenendo tutti sulla corda con i suoi discorsi da “libro stampato” che contemplano una sola declinazione dei verbi: quella dei verbi al futuro.

Faremo“, “Stiamo predisponendo“, “Arriveranno“, “Abbiamo concordato“, “Verranno stanziati“, “Con i soldi del Mes faremo“, “I fondi del recovery fund li impiegheremo per…“, “La nostra prospettiva è il Modello Genova“, “Quanto prima vedremo“, “Sarà nostra cura appena arriveranno i fondi promessi“, “L’Europa ci darà“, eccetera.

E noi tutti lì a pendere dalle sue labbra, mentre i terremotati sono ancora nelle baracche, e i vaccini antinfluenzali sono già esauriti.

Ma anche lì verbi al futuro non mancano: “Arriveranno“!!!!

Non c’è che dire; Viva il nostro Presidente del Consiglio!!!! Sempre così azzimato e in ordine nel vestire. Quanto ci sembrano ormai lontani i tempi in cui i nostri politici erano invece tutti Piccoli (Flaminio Piccoli), Storti (Bruno Storti), Malfatti (Franco Maria Malfatti)!

Un uomo così che, nulla facendo, sta tenendo a freno un intero Paese è uno straordinario condottiero e non ha un esercito alle sue dipendenze ma semplicemente mobilita un ristretto numero di giornalisti di regime che detengono il monopolio dell’informazione, ed è spalleggiato dalle storiche consorterie cattolico/clientelari che sin da prima dell’Unità d’Italia hanno segnato la storia della nostra società.

E a noi poveri tapini, più sudditi che cittadini, non ci resta altro che sperare che almeno sappia evitare i burroni!!!!!!

Gian Battista Cassulo

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