NEI BOSCHI DI PREDOSA UN NASCONDIGLIO PERFETTO PER LA MALA

Ennesimo colpo inferto dai Carabinieri allo spaccio di sostanze stupefacenti. Quattro le persone arrestate, trovate in possesso di oltre mezzo chilogrammo di cocaina, destinata alla “piazza” dell’alessandrino

Prosegue con successo la lotta dei Carabinieri al narcotraffico e allo spaccio di droghe nell’alessandrino

Dopo l’operazione “Talpona 2020”, portata a termine nella scorsa metà di settembre, e della quale noi abbiamo dato ampia notizia, i Carabinieri delle Compagnie di Alessandria e Acqui Terme hanno inferto un nuovo duro colpo allo spaccio di sostanze stupefacenti nell’Oltregiogo.

Le indagini condotte dai Carabinieri, coordinate dalla Procura della Repubblica di Alessandria e con il supporto della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA), hanno infatti hanno portato nella serata di ieri (domenica 8 novembre 2020) all’arresto di quattro persone ed al sequestro di oltre mezzo chilo di cocaina nonché di due grossi “machete”.

A finire in manette, tre cittadini di nazionalità marocchina: D.J, 34enne; S.E.H, 38enne e B.E.M., 39enne, tutti residenti e/o domiciliati in provincia di Milano, già noti alle Forze dell’Ordine e un 45enne incensurato di nazionalità italiana, G. G., residente nell’ovadese.

Base di questa banda sempre i boschi attorno a Predosa, che già erano stati teatro dell’operazione “Talpona” condotta dai Carabinieri nel mese di settembre, ma le vaste aree campestri di oltre Orba, caratterizzate da ampie vie di fuga in prossimità dell’autostrada A26 e lontano da occhi indiscreti, continuano ad attrarre l’attenzione della malavita.

Come questa nuova banda del milanese che, a nemmeno due mesi dall’operazione “Talpona”, è venuta qui ad insediarsi adottando lo stesso “modus operandi” dei pusher assicurati alla giustizia a settembre.

Questa lotta allo spaccio di droga si sta insomma rivelando quasi una sorta di moderna Idra di Lerna, che ad ogni azione volta a “tagliarne” le teste, queste ultime sembrano subito ricrescere!

Diciamo comunque che nella sua storia passata Predosa ha sempre subito il peso del brigantaggio, tanto che nel Seicento passare oltre Orba era ritenuto pericoloso e il nome di Predosa sembra derivi da Predona, ovvero patria dei predoni, ma forse gli storici locali potrebbero meglio di noi dirci qualcosa in proposito.

Sta di fatto che gli spacciatori sono tornati a distanza di poco tempo nella stessa zona, “riappropriandosi” della piazza di spaccio, segno di quanto viene ritenuta proficua da alcuni individui questa attività illecita, tanto da far passare in secondo piano sia il rischio di venire arrestati, sia quello di poter contrarre il Covid-19.

Ma forse il rischio per questa gente vale la candela perché l’ingente quantità di droga sequestrata, una volta “tagliata” e venduta al dettaglio avrebbe fruttato al gruppo criminale oltre 50.000 euro.

Gian Battista Cassulo

Nella foto di copertina e in alto alcuni scatti riferiti all’odierna operazione. qui in basso il video dell’operazione “Talpona” di settembre 2020, da noi già pubblicato

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