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PENSIERINO DELLA SERA

On the road, un viaggio sulle ali della libertà sempre più difficile nel nostro Paese

Quando in un Paese le infrastrutture pubbliche diventano private è come se quel Paese perdesse parte della sua sovranità, e, quando si parla di strade, si potrebbe dire anche di libertà per i suoi cittadini.

Le strade infatti per loro natura rappresentano la libertà di movimento e se le strade cadono, ad esempio, in mano ad una sola famiglia sarà poi quella famiglia a decidere dalla libertà di movimento di ognuno di noi, alzando i pedaggi a suo piacimento o potenziando e curando meglio i tratti per essa ritenuti più redditizi a fronte di altri considerati meno commerciali.

E questo discorso lo si potrebbe estendere anche ad altri settori particolarmente sensibili dello Stato, quali i collegamenti ferroviari, la salute pubblica o le attività produttive strategiche.

Ma per rimanere sul tema delle strade, vogliamo forse ritornare ai tempi dei feudatari quando per passare su un ponte bisognava pagare il pedaggio a questo o quel signore?

Se un pedaggio bisogna pagarlo allora è giusto pagarlo allo Stato, ovvero a tutti noi.

Un tempo non si pagava forse il Bollo auto, poi impropriamente trasformato in una tassa sulla proprietà del mezzo, i cui introiti servivano (o avrebbero dovuto servire) per finanziare il capitolo di spesa per la risistemazione e la manutenzione della rete viabile del Paese?

Gian Battista Cassulo

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