Ieri (domenica 6 dicembre 2020) il sindaco di Rossiglione, Katia Piccardo, ha ringraziato tramite Facebook, la RAI per il sevizio svolto sull’attuale isolamento della Valle Stura e conseguentemente anche della Valle dell’Orba in seguito alla frana del Gnocchetto.
Un ringraziamento fatto dal sindaco alla RAI certamente dovuto, ma che in noi, qui in redazione, ha stimolato una riflessione che, a mia firma, abbiamo provveduto a pubblicare nella sezione risposte Facebook del post di ringraziamento del sindaco stesso.
Sostanzialmente facevo notare al sindaco di Rossiglione che il degrado della viabilità ordinaria in Valle Stura e parallelamente sulla A/26 non è cosa di ieri, ma che risale addietro nel tempo, creando non solo disagi giornalieri ma anche danni non indifferenti all’economia locale sia dell’ovadese, sia della Valle Stura, e imputavo questo stato di cose ad un generale disinteresse sia del potere politico locale (i sindaci) sia di quello sovra regionale (Città Metropolitana di Genova e Provincia di Alessandria).
Il sindaco di Rossiglione nella sua sua risposta, chiedendoci di fare informazione completa e corretta, ci precisa che i quattro sindaci della Valle Stura e Orba “hanno preteso e ottenuto” di partecipare al primo incontro in Provincia di Alessandria che sulla questione viabilità si tenne il 15 novembre 2019.
Non metto in dubbio la buona volontà dei sindaci e il loro impegno “burocratico” come appunto dimostra quell’incontro in Provincia di Alessandria, ma su un problema così cruciale come il collegamento tra due vallate reso difficile dal “tappo” del Gnocchetto, a nostro modesto parere ci sarebbe voluto ben altro!
Per fare un esempio, nel 2017 in Valle Scrivia per la precisione ad Isola del Cantone (Ge) venne ventilato l’insediamento di un Biodigestore in località Mereta a ridosso del torrente Scriva.
Ciò provocò un motivato allarme nella gente del posto per il timore dell’inquinamento delle falde acquifere ed anche lì si era in una zona, come quella del Gnocchetto, a cavallo di Liguria e Piemonte, eppure i sindaci a monte (quelli della Liguria) e i sindaci a valle (quelli del Piemonte) dello Scrivia non ci pensarono due volte a “scendere in piazza” oltre che, naturalmente a fare le dovute presenze istituzionali nel opportune sedi.
Indossarono una bella maglietta bianca con sopra scritto “NO AL BIODIGESTORE” e scesero tra la loro gente per dimostrare visivamente il loro impegno per contrastare scelte ritenute contrarie all’interesse dei territori da loro amministrati (Accludo foto e video).
Il Biodigestore non venne realizzato (anche se la questione è sempre presente) e la gente del posto tirò un sospiro di sollievo.
Una cosa del genere si sarebbe dovuta fare anche lì in Valle Stura a tutela della viabilità già molto tempo fa, ovvero molto prima di quanto oggi sta accadendo, perché chi amministra ha il dovere di prevedere.
Invece in Valle Stura si è aspettato l’imprevedibile, che in effetti, con il congenito dissesto idrogeologico del nostro territorio, era più che prevedibile: le frane e gli allagamenti.
Il tutto, per di più aggravato, dalla tragica situazione in cui versa la A/26 da noi, in tempi non sospetti quando il Ponte Morandi era ancora in piedi, documentammo in un nostro reportage titolato “I giganti con i piedi d’argilla”.
Se ora la Valle Stura è in “braghe di tela”, isolata dal suo contesto naturale che è l’ovadese e se l’ovadese soffre della perdita di questo suo bacino economico, lo si deve, a nostro parere, proprio a questa mancanza di mobilitazione che doveva, al di là degli incontri formali nelle sedi istituzionali, essere messa per tempo in campo.
Ieri a Gnocchetto, come molto bene documentato dal “Gruppo viabilità Valli Stura e Orba” moderato da Giacomo Oliveri, si è svolta una manifestazione con la gente del posto confortata dalla presenza dei sindaci della Valle (vedere foto di copertina e foto di apertura).
Ottima cosa, ma tardiva perché ormai lì la “frittata è fatta”. La manifestazione di ieri si doveva fare non solo all’indomani dell’alluvione dell’ottobre del 2019, ma sin da quando, con il crollo del Morandi (14 agosto 2018), si era capito che la A/26 avrebbe riversato parte del suo traffico sulla ex strada statale del Turchino!
E l’obiettivo sul quale i sindaci della Valle, unitamente a quelli dell’ovadese dovevano per tempo puntare, non solo con la carta, ma anche con azioni collettive come quella che oggi viene proposta), doveva l’Anas per indurla per tempo non solo a sistemare questo collegamento viario in località Gnocchetto, ma riqualificarlo interamente nel suo tratto più impervio tra Rossiglione e Ovada, interessato tra l’altro da tre passaggi a livello della “Genova – Ovada – Acqui Terme”, altra nota dolente per la Valle.
Una linea ferroviaria infatti, che con i suoi disservizi dimostrati giornalmente dal locale “Comitato Pendolari della valle Stura e Orba”, avrebbe anch’essa urgente bisogno di una maggiore attenzione sulla sua fruibilità e sul suo ammodernamento, trasformandola in una sorta di linea metropolitana a congiungimento dell’acquese, dell’ovadese e della Valle Stura con Genova.
Ecco cosa intendevo dire al sindaco di Rossiglione con la mia riflessione pubblicata su Facebook in ordine al degrado della viabilità, ma direi anche in ordine ai collegamenti ferroviari, della Valle Stura.
Un degrado che è imputabile solo al potere politico locale e sovra regionale.
Gian Battista Cassulo
LE FOTO DELLA MANIFESTAZIONE A GNOCCHETTO SONO STATE TRATTE DALLA PAGINA FACEBOOK DEL “GRUPPO VIABILITA’ VALLI STURA E ORBA”
QUI SOTTO A TITOLO DI DOCUMENTAZIONE LA CLASS ACTION CONTRO IL BIODIGESTORE A ISOLA DEL CANTONE – ANNO 2017