Si moltiplicano gli avvistamenti di lupi (veri), anche in luoghi dove in tempi recenti mai si erano visti.
Quasi estinto dal territorio italiano qualche decina di anni fa, già alla fine del secolo scorso si è assistito a una ricomparsa di questo nobile animale nelle zone più remote di Alpi e Appennino centro-settentrionale. Già da molti anni era segnalata la sua presenza anche in zone vicine, come la Val Borbera, l’alta Valle Scrivia, la Val d’Aveto.
In questi ultimissimi mesi però sono stati notati diversi lupi anche in zone collinari e vicino ai centri abitati. Anche in questo giornale è stata documentata la presenza di diversi lupi vicino al torrente Orba, presso Predosa, ad Ovada e a Bosio. Recentissimamente, altri lupi sono stati rilevati vicino a Gavi, in val Neirone e, fotografati in pieno giorno, a Monterotondo di Gavi, davanti all’ingresso di un’azienda vitivinicola.
Va precisato che, nonostante le varie leggende e favole che descrivono il lupo come l’animale cattivo per eccellenza, la sua pericolosità per gli umani è scarsissima. Il lupo non considera certamente l’uomo una sua preda, anzi ne ha paura. Tuttavia qualche prudenza è necessaria, specialmente riguardo agli animali domestici: si sono verificati casi di aggressioni verso alcuni cani. Anche questi non fanno parte delle prede cacciate dai lupi; ma è probabile che alcuni atteggiamenti interpretabili come aggressivi, come andargli incontro abbaiando, posti in essere dai cani, possano portare i lupi a reagire in maniera letale. (In un’eventuale lotta, neppure i cani delle razze più forti riescono a prevalere su un lupo in buona salute. Tanto per fornire un esempio, è stato calcolato che le mascelle del lupo sono in grado di produrre una pressione circa doppia rispetto a quella di un cane pastore tedesco).
Per quanto riguarda i casi di aggressione ad altro tipo di bestiame domestico, come ovini e caprini, è stato riscontrato che più spesso si tratta di cani randagi rinselvatichiti.
Un lato positivo della rinnovata presenza del lupo, oltre al ripristino di una diversità biologica in parte perduta, è che la sua presenza determina un controllo nella proliferazione di una fauna di ungulati, come cinghiali e caprioli, che, se in numero eccessivo, possono essere dannosi per molte colture.
Giova anche ricordare che il lupo è specie protetta, che non si può cacciare o uccidere deliberatamente.
Stefano Rivara
Il disegno è un’illustrazione di Cappuccetto Rosso (1883) di Gustave Doré
Se diventano troppi poi finiranno per infastidire le persone