Andrea Macciò, che ha dato a “l’inchiostro fresco” la sua disponibilità per curare i risvolti culturali dell’Oltregiogo, ci ha inviato questo interessante servizio sul Santuario di Montespineto, ripercorrendo la strada che gli antichi stazzanesi fecero per fuggire alle razzie delle armate dei germani prima e dei franchi dopo
La storia del Santuario di Montespineto, che oggi fa parte del comune di Stazzano, è strettamente legata al noto assedio di Tortona del 1155 da parte delle truppe di Federico Barbarossa.
La città di Tortona capitolò dopo un’eroica resistenza quando il Barbarossa avvelenò le fonti del Rinarolo. L’episodio è ricordato dal dipinto di Andrea Gastaldi “La sete dei Tortonesi”.
Una parte delle truppe del Barbarossa si spinse fino al vicino borgo di Stazzano, e gli abitanti si rifugiarono sul Colle Arimanno, oggi chiamato appunto MonteSpineto, uno delle ultime cime dell’Appennino ligure-piemontese a metà tra le Valli Scrivia e Val Borbera.
Per ringraziare la Madonna del pericolo scampato, gli abitanti di Stazzano fecero costruire nel 1155 una piccola cappelletta votiva, successivamente rimasta semi-abbandonata anche per l’infoltirsi della vegetazione e la difficoltà di raggiungere la cima.
Il miracolo
Nel 1620, a causa di un nuovo assedio, questa volta operato dalla soldataglia francese, gli stazzanesi si rifugiarono ancora sul Colle Arimanno, chiamato ora Monte Spigno. In quei giorni una colomba svolazzava intorno alla cappelletta votiva andando a posarsi su un biancospino. Si racconta che una ragazza sordomuta che pregava lì accanto riacquistò la parola proprio in quella occasione. Per ricordare questo miracolo, il vescovo di Tortona, Paolo Arese, decise di far costruire un vero e proprio santuario, ultimato fra il 1620 eil 1644.
L’aspetto attuale è stato raggiunto dopo numerose ristrutturazioni a fine Ottocento. Accanto alla chiesa compare un curioso rilievo noto come il “monumento al Podista Alessandrino”.
Come si arriva a Montespineto
Per “Inchiostro Fresco” abbiamo ripercorso il probabile itinerario degli antichi abitanti di Stazzano. A causa dell’impraticabilità per frane e ghiaccio del sentiero che costeggia il Seminario siamo saliti dalla strada vicinale che si diparte da Piazza San Giorgio. Un’altra via è quella che sale dalla frazione Lastrico di Serravalle, per ricongiungersi a metà con la strada proveniente da Stazzano.
Salendo verso Montespineto si incontrano numerose cappelle votive, legate al percorso della Via Crucis. Il santuario di Montespineto è molto frequentato sia per motivi religiosi che per la bellezza del luogo.
Dal piazzale del Santuario si gode nelle belle giornate di una vista che spazia da Stazzano stessa alla pianura tortonese, da Arquata Scrivia alle Valli Borbera e Spinti alla frazione di Vargo e alla strada che conduce a Sorli, e, nelle giornate più limpide, è possibile intravedere in lontananza anche le alpi cuneesi.
Andrea Macciò