Site icon L'Inchiostro Fresco

UNA MINIERA DA NOVE MILIONI DI TONNELLATE DI TITANIO

SUL TARINÈ I FARI SONO SEMPRE ACCESI

Oggi sul giornale online “Genova 24”, su segnalazione dell’amico Danilo Bruno, appare un bel approfondimento a firma di Giulia Magnaldi sul giacimento di Titanio che si trova conservato nel ventre dei monti Antenna e Tarinè con epicentro a Piampaludo in comune di Sassello (Sv). E proprio a Piampaludo dal 2015 è attivo un Comitato per la difesa ambientale di questi posti, che sono iscritti all’interno del Parco del Baigua, patrimonio dell’Unesco, presieduto da Sonia Pesce, da noi, tramite il nostro corrispondente Luca Serlenga, più volte sentita ed intervistata.

Anche il comune di Urbe, oltre a quello di Sassello, è interessato a questa vicenda, perché il giacimento si estende anche sotto le sue falde ed Urbe, suo malgrado, rappresenta per gli ambientalisti il “tallone d’Achille” in questa vicenda, in quanto, pur essendo la più gran parte del suo territorio inserita all’interno del Parco del Beigua, godendone quindi delle protezioni naturalistiche, una sua piccola fetta è stata esclusa.

Ed è proprio da lì, da quella piccola fetta, che sembra, ma non ne siamo ancora certi, debbano iniziare le prime indagini per analizzare meglio la consistenza di questo giacimento che, come si legge nell’articolo apparso oggi su “Genova 24”, non solo è uno dei più ricchi al mondo di Titanio, ma che ha addirittura una elevatissima concentrazione di tale minerale (il 6%) all’interno delle rocce che lo contengono, il Rutilio.

Ma è qui che “casca l’asino”. Di per sé il Titanio, minerale utilissimo ad esempio nell’industria aeronautica e in quella per la realizzazione di protesi, non è inquinante.

È inquinante però il Rutilio che lo contiene perché ricco di Amianto, come spiega il prof. Pietro Marescotti del Dipartimento di Scienza della terra dell’Università di Genova.

Frantumando infatti il Rutilio per estrarre il Titanio in esso contenuto si libererebbero fibre di Amianto che sappiamo bene che cosa hanno prodotto e stanno producendo in quel di Casale Monferrato!

Ora si dà il caso che proprio tra il monte Tarinè e il monte Antenna alle falde del Faiallo, sgorga il torrente Orba, che proprio lì ha anche un invaso in territorio di Urbe, formato dalla “Diga dell’Antenna”, e quindi una operazione di estrazione in quella zona andrebbe a compromettere, non solo l’ambiente naturalistico del Parco del Beigua, ma addirittura tutta la parte piemontese del corso dell’Orba sino a Castellazzo Bormida!!!!

A questo bell’articolo, ricco di dati e di contenuti scientifici, di Giulia Magnaldi, bisognerebbe aggiungere anche questo risvolto.

Dalla Regione Liguria stanno assicurando che le indagini geologiche che dovrebbero essere condotte da una ditta concessionaria di tali ricerche, non saranno invasive e che verranno esperite, ci è sembrato di capire, in comune di Urbe nella parte non all’interno del Parco del Beigua.

E allora ci torna spontanea una domanda: come mai quando alcuni anni fa si trattò di fare entrare tutto il comune di Urbe nel Parco del Beigua vi fu una feroce resistenza a tale fatto, tanto che una parte del territorio di Urbe, guarda caso proprio quella dalla quale sembra oggi debbano partire le indagini geologiche, fu tenuta fuori?

E un’altra domanda ci viene spontanea: se è vero, come è vero che questo giacimento ligure/piemontese, stimato in nove milioni di tonnellate di Titanio con un valore stimato da miliardi di Euro, equiparabile dunque tra i più grandi a livello mondiale, la Regione Liguria si è oculatamente sincerata sulle effettive capacità tecniche, finanziarie e assicurative del ditta concessionaria?

Ovvero: a quale ditta o società viene data in concessione la ricerca e la probabile estrazione? È una ditta ricca di mezzi e di risorse? Ha le disponibilità finanziarie, in caso di disastro ecologico (speriamo di no!) un domani di far fronte ai danni? Quali garanzie sarà in grado di offrire a chi abita in quei posti, ma anche a chi di quel patrimonio ambientale vuole goderne delle bellezze?

Ecco queste sono le domande che la gente comune si pone e alle quali le Autorità competenti dovrebbero, anzi devono, dare delle risposte.

Gian Battista Cassulo

Exit mobile version