Facciamo nostro questo slogan che è quello della Pro Loco, che ogni anno ad agosto celebra la sua sagra del “Bollito misto”, per descrivere il sentimento che ci lega a Mantovana, ogni volta che veniamo in visita a questi posti.
È bello giungere a Mantovana parendo da Carpeneto perché la strada lunga e stretta, che taglia in leggera pendenza il panettone di verde su cui è posta, ti fa venire incontro lo scenario delle Alpi che circondano la sottostante pianura Padana mentre tutt’attorno, le colline che si elevano dalla Valle dell’Orba, ti appaiono punteggiate di bianchi paesi dai tetti rossi. Uno spettacolo! Se poi questa strada la si fa in bicicletta, magari sul far della sera, sono assicurati tramonti che nulla hanno da invidiare a quelli di “Via col vento”.
Come ogni anno, con l’arrivo della bella stagione, siamo ritornati a visitare Mantovana, questo borgo che dal 1929 fa parte, assieme alla vicina Castelferro e alla piana di Retorto, di Predosa in provincia di Alessandria, e come al solito lo abbiamo trovato in fiore.
E i suoi punti di riferimento sono dal 1955 la Cantina Sociale di Mantovana, simbolo laborioso della cura della terra e dei suoi vigneti, ma anche il paesaggio che, se da un lato si declina verso la valle dell’Orba, dall’altro si getta verso il selvoso Rio Stanavazzo, luogo dove gli antichi romani nel 52 a.C. accampati nel castrum di Rondinaria, ora Silvano d’Orba, venivano qui a caccia di cervi, appare dolce e maestoso.
Ma lasciamo ogni parola a queste immagini, che rendono merito alle nostre sensazioni!
Gian Battista Cassulo
Buongiorno, chi era Paolo Terragni cui è stato dedicato un monumento a Mantovana? Grazie.
Buonasera Giuseppe e grazie per l’interessamento. Paolo Terragni era il fondatore dell’omonima ditta che si occupa dell’adattamento dei mezzi agricoli per le varie lavorazioni arature, coltivazioni e per la raccolta e trasporto di cereali, uve e quant’alto. Un cordialissimo saluto da Gian Battista Cassulo