Questa mattina la gente di Campo Ligure (Ge) è rimasta stupita e interdetta di fronte ad un manifesto che ricorda il 76° anniversario della Liberazione, imbrattato con scritte offensive
Non si sa ancora a chi attribuire questo gesto, ma dalle scritte ci pare di capire che possano imputarsi a qualche scapestrato di turno. Resta il fatto che ancora oggi a 76 anni di distanza da quella data che segnò la fine di un’epoca, rimane all’interno della nostra società un segno di divisione.
Forse bisognerebbe premere sul risvolto culturale e, a partire dalle scuole di ogni ordine e grado, proporre un approfondimento storico, sgombro da ogni discorso demagogico, sugli anni terribili che il nostro Paese visse tra l’8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945, con una coda sanguinosa sino al 1948, anno in cui fu varata la nuova Costituzione repubblicana.
Furono quelli anni feroci ancor più tragici che non quelli del precedente periodo bellico vero e proprio, perché, come disse Vittorio Foa, furono gli anni della guerra civile, del trasformismo, delle vendette personali, che si consumarono mentre c’era chi combatteva per la Liberazione, credendo, come Aldo Gastaldi detto “Bisagno” primo partigiano d’Italia, in un Paese veramente nuovo, libero e democratico.
Su questo manifesto imbrattato bisogna riflettere, ma bisogna riflettere senza demagogia, senza paroloni ridondanti.
Bisogna riflettere sulla nostra storia, su quello che abbiamo fatto, sui valori che abbiamo trasmesso e che stiamo trasmettendo alle generazioni che si stanno facendo avanti.
E in questo senso bisogna premere sulla cultura.
Noi come giornale ogni anno organizzavamo con le scuole primarie di Acqui Terme (Al) una recita di Fine Anno scolastico dedicata alla Costituzione e la soddisfazione nel vedere gli alunni così seriamente impegnati su quel tema ci riempiva di soddisfazione e di nuova speranza per il futuro.
Bisogna continuare su questa strada!!!!
Gian Battista Cassulo