Dal Segretario nazionale di Rifondazione comunista, Maurizo Acerbo, riceviamo e pubblichiamo questo comunicato in merito alla tragedia del “Ponte Morandi”. In questo comunicato, il Segretario di Rifondazione comunista, coglie l’occasione per fare una riflessione sulla stagione delle “privatizzazioni” Anche noi su questi due temi, il “Morandi”, e le “privatizzazioni” abbiamo a più riprese pubblicato le nostre considerazioni. Ma ecco qui di seguito il comunicato di Rifondazione comunista.
Spett.le Redazione
Con la chiusura delle indagini sulla strage del Ponte Morandi emerge la miseria e l’indecenza della politica italiana. Centrosinistra e centrodestra sono ambedue corresponsabili della privatizzazione delle autostrade, di regole confezionate a favore dei concessionari, dei mancati controlli. Persino dopo 43 morti le forze politiche di governo, dalla Lega al Pd, non hanno voluto togliere la concessione ai privati, responsabili del disastro Bisognerebbe processare – alla Pasolini – tutti coloro che hanno votato per la privatizzazione. È un’offesa alle vittime e all’intero popolo italiano che i governi Conte 1 e 2 e lo stesso governo Draghi abbiano lasciato a Atlantia la concessione, pensando a tutelare gli azionisti e non il diritto dei cittadini alla sicurezza. La privatizzazione è stata un fallimento e un furto ai danni degli italiani. Il governo ha il dovere di togliere la concessione ai privati e di ripubblicizzare autostrade. Noi di Rifondazione Comunista rivendichiamo di essere stati gli unici a opporsi alla truffa della privatizzazione.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista
INFO: Rifondazione Comunista Liguria <rifondazionecomunistaliguria@gmail.com>
LE PRIVATIZZAZIONI SONO UN FURTO – UNA RIFLESSIONE A CURA DI GIAN BATTISTA CASSULO
L’editore di questo foglio d’informazione locale è il “Club Fratelli Rosselli” e già dal nome si capisce come l’orientamento del giornale sia ispirato a quei valori di “Giustizia e Libertà” interpretati dai fratelli Rosselli in tempi quando, solo a parlarne, era pericoloso.
E i fratelli Rosselli, in primo luogo Carlo, erano sostenitori di un’idea politica, quella del socialismo liberale, dove la protezione sociale dell’individuo si coniugava con la libertà del mercato.
Una teoria questa, che, se nella prima metà del Novecento a molti suonava come un’eresia, oggi inizia a farsi strada nella mentalità comune, soprattutto dopo aver visto i risultati della politica delle privatizzazioni inaugurata dai governi Prodi, D’Alema e Amato sul finire degli anni Novanta.
Il fatto curioso è che tale politica che ha posto beni pubblici in mani private, sia stata portata avanti da esponenti di uno schieramento partitico da sempre avverso al capitalismo, i quali, si potrebbe dire, abbiano “scavalcato a destra” i liberali!
Infatti un liberista puro quale Luigi Einaudi, in una sua pubblicazione del 1944 titolata: “Lineamenti di una politica economica liberale”, sosteneva che certi beni pubblici NON potevano essere privatizzati, pena il declino dello Stato.
E Luigi Einaudi portava l’esempio dell’industria idroelettrica, la quale essendo alimentata dall’acqua bene pubblico per eccellenza, non poteva essere privatizzata ma doveva essere nazionalizzata. Cosa che avvenne nel 1962 con il IV governo Fanfani (quello definito da Aldo Moro delle “convergenze parallele”) per opera di Ugo La Malfa, all’epoca ministro del Bilancio.
Oggi, ripensando alla stagione delle privatizzazioni, ci viene da rabbrividire perché essa fu voluta e gestita da uomini politici del Centrosinistra ed ebbe il suo punto di svolta nel 1999 (privatizzazione IRI), ed in particolare, per restare nel tema del ponte Morandi, con la revisione della concessione delle autostrade (2006) avvenuta sotto il governo Prodi e con ministro delle infrastrutture, Antonio Di Pietro (quello del Pool Mani Pulite di Milano.
Per la cronaca ecco una breve cronologia di quella stagione, la cui data di nascita potremmo inscriverla nel 1992 l’anno della stagione del “Pool Mani Pulite di Milano”. Le sue radici però affondano nella privatizzazione dell’IRI iniziata con Romano Prodi sin già dal 1982 e conclusa con Beniamino Andreatta (accordo Andreatta – Van Miert) nel 1993. Ma vediamo qui di seguito un breve riepilogo delle privatizzazioni più importanti
La SIP diventa Telecom (1994), le Poste si trasformano in Poste Italiane (1998), le Ferrovie cambiano il nome in Trenitalia (2000), nel 1999 i Benetton comprano tramite la “Schemaventotto” il 30% della Autostrade e così via.
E poi, con il secondo governo Prodi, sono venuti i decreti attuativi sulle liberalizzazioni firmati dal Ministro dello Sviluppo Economico, Pier Luigi Bersani, ed emanati il 4 luglio 2006 dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Decreti questi ampliati con legge 2 aprile 2007.
Ma la madre di tutte le nostre sventure potremmo dire sia stata l’infausta legge costituzionale n. 3 del 18 ottobre 2001, varata in seguito al referendum costituzionale del 7 ottobre 2001 e concepita sotto i governi D’Alema e Amato, che, riformando il Titolo V della Costituzione, di fatto ha frantumato l’Italia in 20 piccoli stati, creando una miriade di contenziosi tra centro e periferia.
Una stagione infausta, questa che sta distruggendo il nostro Paese dove poche grandi famiglie si stanno arricchendo a dismisura usando in termini privati beni pubblici. E l’amarezza che abbiamo in bocca è stato il vedere che questo processo si è consumato sotto il tallone di esponenti della sinistra che sono giunti al potere grazie ai voti della povera gente.
Se noi ripensiamo alla politica del tandem Massimo D’Alema e Giuliano Amato e a quella ancor precedente di Romano Prodi, passando per quella più recente di Mario Monti e ora di Mario Draghi (ricordiamo che questi ultimi tre avevano ricoperto ruoli di grande rilievo nella Goldman Sachs, la banca d’affari statunitense che nel 2010 fu sottoposta a procedimento per frode finanziaria), ci rendiamo conto che, sotto le insegne del P.d.S. prima, D.S poi e ora del PD , c’è stato un unico disegno che ha portato con le riforme costituzionali allo smantellamento dello Stato e con la politica delle privatizzazioni alla svendita del nostro Paese nelle mani di pochi ricchi e, quel che è peggio, in mani straniere.
Gian Battista Cassulo
Qui di seguito accludiamo una breve “rassegna stampa” di alcuni articoli apparsi su l’inchiostro fresco