Mercoledì 28 aprile alle ore 11.00 si è svolta la conferenza stampa online per fare il punto della situazione riguardante la possibilità di realizzare un nuovo casello autostradale a Predosa e creare i presupposti per raccordare in modo opportuno tale infrastruttura ai territori piemontesi e ligure
Quest’opera è da sempre molto attesa nella Valle dell’Orba perché rappresenterebbe la vera porta d’ingresso dei traffici commerciali del Nord Ovest nell’ovadese e nel contempo toglierebbe dal suo attuale isolamento Acqui Terme e tutto l’acquese. Ma anche Novi Ligure ne trarrebbe vantaggio in quanto aggiungerebbe alla sua già felice posizione già servita dalla A/7 e dalla A/26 un’ulteriore opportunità in più di sfogo.
La realizzazione di questo casello andrebbe praticamente a sanare l’errore che fu fatto al momento della realizzazione della A/26, quando, nel 1977, l’originario casello autostradale, previsto nella piana di Silvano d’Orba, venne invece realizzato, in seguito alle forti richieste degli ovadesi, in quel di Belforte Monferrato.
Scelta che si verificò molto infelice tanto è vero che praticamente si da subito si sentì l’esigenza nella Valle dell’Orba di avere un altro sbocco autostradale, soprattutto in seguito ad insediamenti di pregio come quelli della Saiwa a Capriata d’Orba (1985), in località Pedaggera, o delle attività produttive d’élite nella piana di Predosa, quali ad esempio la Termignoni e la Riccoboni, per non parlare di tutte le attività artigianali del polo basaluzzese, i cui flussi di traffico oggi si scaricano su Novi Ligure.
Il casello di Predosa viene considerato dagli amministratori locali e dall’imprenditoria della zona come un progetto fondamentale per il rilancio, non solo industriale, ma anche commerciale e, soprattutto, turistico in tempi come questi dove vi è una forte riscoperta dell’ambiente.
Già da tempo a Predosa, e più in generale in tutta la Valle dell’Orba, ci si prepara a questo evento che oggi sembra più vicino, con interventi sulla viabilità ordinaria.
Nel 2008, di concerto con le Ferrovie dello Stato, che hanno potenziato per il traffico merci la linea “Ovada – Alessandria”, sono stati soppressi ben tre passaggio a livello e sostituiti cavalcavia o sottovia e nel 2017 è stata inaugurata la tanto attesa circonvallazione di Predosa e in ultimo nel 2020 si è ritornati a parlare del vecchio progetto del raccordo autostradale “Albenga – Carcare – Predosa” (indicato con il tratto verde nella cartina qui sotto riportata) che rappresenterebbe, per il novese e l’ovadese ma anche per l’acquese, un prezioso sbocco al mare nel ponente ligure e nel savonese
Non solo il casello di Predosa, ma l’insieme di queste opere, oltre a incanalare in modo più ordinato e sicuro il traffico veicolare proveniente e diretto alle “aree buffer” retroportuali, potrebbero intercettare nuovi investimenti sulle nostre aree, aumentando e agevolando anche nuovi flussi turistici, nonché migliorare il traffico veicolare sulle strade provinciali, per le quali sarebbe anche interessante creare un ponte sull’Orba in località Retorto, dove un tempo c’era un traghetto, per collegare la strada provinciale “Ovada – Alessandria” (con diramazione su Acqui Terme) con la provinciale “Ovada – Novi Ligure” con sbocco diretto su Basaluzzo e Novi Ligure.
Noi come “inchiostro fresco” abbiamo già da tempo dato notizie e seguito lo sviluppo del dibattito politico sull’insieme di questi interventi intervistando i sindaci interessati e producendo anche servizi video, come quello sull’inaugurazione della circonvallazione di Predosa aperta il 22 aprile 2017.
Oggi vediamo che la questione dei collegamenti viari e in primo luogo quella del casello autostradale di Predosa stanno tornando di attualità, come dimostra la video conferenza odierna alla quale hanno preso parte Lorenzo Lucchini, Sindaco di Acqui Terme, Paolo Lantero, Sindaco di Ovada, Maura Pastorino, Sindaco di Predosa, Nicola Bassi, Coordinatore della Commissione “Logistica delle merci” della Fondazione Slala e Angelo Marinoni, Coordinatore della costituenda Commissione “Interventi strategici” della Fondazione Slala.
È stato presentato nel corso della conferenza stampa “Casello di Predosa: opportunità per un rilancio turistico e industriale” il modello di delibera per supportare tutte le azioni utili alla realizzazione di un casello sulla A26 nel Comune di Predosa e una bretella di collegamento a Strevi. Il documento sarà alla base di una serie di deliberazioni nei Consigli Comunali nel territorio acquese e ovadese e punta a mettere al centro del dibattito politico la realizzazione di infrastrutture fondamentali per lo sviluppo del sistema economico dei territori dell’Alto Monferrato.
Queste le dichiarazioni dei sindaci più interessati all’opera.
LORENZO LUCCHINI
«Penso che si possa guardare alla realizzazione del Casello di Predosa e al suo collegamento dalle aree dell’ovadese e dell’acquese con prudente ottimismo – ha detto il sindaco di Acqui Terme, Lorenzo Lucchini –. Abbiamo lavorato a lungo per farci trovare pronti e ora stiamo agendo con una strategia ben strutturata per mettere la realizzazione di queste infrastrutture come priorità assoluta nelle sedi istituzionali. Vogliamo dare un volto nuovo al futuro del nostro territorio».
MAURA PASTORINO
L’idea iniziale del Casello di Predosa risale a decenni fa, ai tempi della costruzione della A26 – ha spiegato il sindaco di Predosa, Maura Pastorino–. Oggi è nostro interesse riparlare di questo progetto e delle sue finalità. È necessario intraprendere azioni serie e concrete per lo sviluppo delle nostre zone, pianificando come Amministratori il futuro dei nostri territori. Proprio per questo è stato intrapreso un dialogo istituzionale tra gli enti locali, nel quale è scaturita una naturale sinergia. Stiamo facendo una politica di squadra e di territorio e non più di feudo. Voglio augurare che questo percorso che abbiamo intrapreso giunga a destinazione positivamente per tutta la comunità».
PAOLO LANTERO
«Un futuro casello Autostradale presso Predosa rappresenta ormai una necessità inderogabile – ha sottolineato il sindaco di Ovada, Paolo Lantero –. Il territorio ha necessità di vedere meglio distribuito sulle direttrici provinciali il traffico pesante, con un adeguato intervento. C’è inoltre lo stesso bisogno per gli aspetti che riguardano il turismo, il casello di Ovada potrà diventare sempre più la porta di accesso del Monferrato e per l’Acquese con un percorso tra le colline di assoluto pregio paesaggistico».
Ottima l’iniziativa, ottimi gli interventi, ma se oggi come oggi non si interviene urgentemente per risistemare la viabilità ordinaria seriamente compromessa dagli eventi alluvionali del 2019, a partire dal rifacimento del ponte sull’Albedosa in località Pratalborato sulla provinciale “Novi – Ovada” e dalla rimozione della frana sulla ex strada statale del Turchino in località Gnocchetto, queste belle intenzioni rischiano di apparire come parole al vento.
Gian Battista Cassulo
ECCO QUI DI SEGUITO LA CRONACA DELLA VIDEOCONFERENZA DI OGGI 28 aprile 2021