Campo Ligure, il pascolo del Monte Pavaglione in pericolo dopo un attacco dei lupi
Mercoledì 7 giugno 2021 – h. 18.00
La notizia di un attacco dei lupi al pascolo montano del Monte Pavaglione sta suscitando clamore in Valle Stura ma in realtà non ci si deve meravigliare dell’accaduto perché le segnalazioni e le preoccupazioni degli allevatori non sono cosa recente. Purtroppo questa azione predatoria che i lupi hanno messo a segno nel pascolo che sorge sulle alture che sovrastano il borgo di Campo Ligure sta letteralmente scoraggiando gli allevatori locali che potrebbero iniziare a disertare la zona attrezzata per il pascolo che dagli anni Ottanta si trova sul Monte Pavaglione.
Anche Giovanni Oliveri, Sindaco di Campo Ligure, si è dichiarato molto preoccupato per la situazione che appare di non facile soluzione, sia per quanto riguarda gli allevatori, che dalla rinuncia della conduzione degli animali al pascolo avrebbero un danno evidente, sia perché la scomparsa forzata de pascolo equivarrebbe alla perdita dei risultati frutto di tanti anni di sacrifici e impegno costante.
“Non è possibile rinunciare a 200 ettari di pascolo realizzati in quasi 40 anni di duro lavoro – ha dichiarato il Sindaco di Campo Ligure Giovanni Oliveri – Chiederò un incontro a Regione Liguria e all’Ente Parco affinché vengano assolutamente condivise azioni ed interventi a tutela di questa importante risorsa per gli operatori del settore agro-silvo-pastorale, per l’ambiente e per la nostra comunità”
Il pascolo di Monte Pavaglione è costituito da un’ampia area incontaminata che si estende per quasi 200 ettari dove normalmente vengono condotti più di 100 bovini che, ovviamente, beneficiando di questa attività estiva rendono un importante servizio anche al territorio restituendo un ambiente naturalmente ordinato pulito e rinnovato a costo zero e senza necessità di impiegare inquinanti mezzi meccanici.
Purtroppo i lupi non sono di per sé un problema, anzi sono parte di quell’importante catena naturale indispensabile per mantenere l’equilibrio ambientale, il problema è che a quella catena mancano da tempo troppi anelli e se il ripopolamento viene eseguito senza tenere conto della ricostruzione dell’intera catena non risolve nulla, anzi si creano condizioni conflittuali tra uomo e ambiente.
Negli ultimi decenni infatti è stato fatto il possibile per cercare di riequilibrare l’ecosistema appenninico agevolando il ritorno di rapaci, ungulati e lupi ma probabilmente, potrebbe non essere stato fatto quanto sarebbe invece stato necessario fare per riportare nelle nostre campagne anche le attività umane, che sarebbero fondamentali per ricreare equilibrio ed armonia in un territorio da troppo tempo danneggiato da un abbandono sempre più diffuso.
Ricordiamo infatti che le campagne abbandonate non solo diventano territorio di animali selvatici che, diffondendosi in misura eccessiva, creano ulteriori problemi uniti a quelli al dissesto del territorio da cui ogni anno subiamo sempre di più danni derivanti dall’erosione, dalla mancata manutenzione forestale ed altre cause che purtroppo sono fin troppo vive nella nostra memoria.
Fausto Piombo