L’operazione di recupero di quindici dipinti di Pier Francesco Guala recentemente avvenuta da parte dei Carabinieri del Nucleo per la tutela del patrimonio culturale di Torino, un’occasione per riscoprire l’artista principale del settecento casalese
Quindici dipinti di Pier Francesco Guala (1698-1757) e una pala d’altare attribuita ad Aimo Volpi (1491-1528) sono stati recuperati, a conclusione di un’articolata attività investigativa, dai Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Torino, coordinati dalla Procura della Repubblica di Vercelli. Il nostro inviato, Andrea Macciò, ha approfondito l’argomento, con questa recensione sull’opera e sul percorso artistico del Guala
I dipinti, che ritraggono i maggiori esponenti della famiglia Scarampi, erano in origine incassati nelle pareti – e assicurati a esse con apposite cornici di stucco – del salone d’onore del castello di Camino (la prima costruzione risale all’XI secolo). Secondo quando si apprende dai Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale, gli ultimi intestatari però, prima di vendere la proprietà, li hanno sottratti e scambiati con fotografie ad alta definizione e di pari dimensione (vedere foto grande di copertina), tanto da indurre in inganno gli ignari visitatori della prestigiosa dimora nobiliare, sottoposta a vincolo amministrativo dal 1937, in quanto di interesse storico e artistico particolarmente importante.
Su disposizione del Tribunale di Vercelli, le quindici tele sono state confiscate e restituite alla Soprintendenza, che effettuerà gli opportuni interventi di tutela e valorizzazione.
L’operazione di recupero effettuata dai Carabinieri è un’occasione per riscoprire l’opera di Pier Francesco Guala (Casale Monferrato 1698- Milano 1757) attivo soprattutto nella sua città natale.
Un importante nucleo di opere del Guala è conservato presso l’interessante Museo Civico di Casale Monferrato, che ospita anche la straordinaria gipsoteca dedicata a Leonardo Bistolfi e la collezione etnografica dedicata a Carlo Vidua, casalese di origine e instancabile viaggiatore.
I dipinti del Guala conservati nel Museo Civico sono il “Giudizio di Salomone”, realizzato negli anni Quaranta del Settecento, e il bozzetto preparatorio per “La disfatta degli Albigesi”, dipinto attualmente conservato nella Chiesa di San Domenico.
La disfatta degli Albigesi è maggiormente legata agli influssi del tardo Seicento piemontese, della pittura ligure, lombarda ed emiliana che segnarono la prima fase dell’opera del Guala, mentre il Giudizio di Salomone è caratterizzato da una pennellata più morbida e uno stile più maturo e personale.
Fra gli influssi più evidenti nella pittura di Guala, la critica ha evidenziato quello del milanese Francesco Cairo e dei genovesi Bernardo Strozzi e Gioacchino Assereto, del vercellese Pianca nella fase più tarda.
Numerose le opere del Guala nella sua città natale: gli affreschi di Palazzo Ardizzone e dello Scalone di Palazzo Gozzani di Treville, l’affresco delle Arti a Palazzo Sannazzaro, i ritratti di Evasio e Tullio Cerruti nel Duomo dedicato a Sant’Evasio. Altre opere del Guala si trovano nelle Chiese di Santo Stefano e di San Domenico a Casale. Pier Francesco Guala è stato attivo in zona anche presso la Collegiata di Lu Monferrato e a Trino Vercellese (San Bartolomeo battezzante, Chiesa di Trino).
Particolarmente apprezzato anche il suo lavoro nella ritrattistica, le cui caratteristiche ricordano quelle di artisti lombardi come Tanzio da Varallo e Frà Galgario, oltre che la tradizione genovese e veneziana. La critica ha recentemente ridimensionato, invece, l’importanza della pittura bolognese fra le sue fonti culturali, mettendo anche in dubbio il viaggio a Bologna nel quale avrebbe avuto modo di conoscerla direttamente.
La fama acquisita in questo ambito lo portò a lavorare per un decennio come ritrattista personale della famiglia Scarampi. Le opere recuperate dai carabinieri di Torino, Nucleo Tutela Patrimonio culturale, appartengono a questa fase del lavoro di Guala.
Oltre che a Casale e dintorni, Guala è stato attivo in Piemonte anche ad Asti, dove troviamo una sua opera nella Pinacoteca Civica, a Vercelli, nella Chiesa di Santa Caterina e nel torinese.
Opere di Guala sono presenti anche in Liguria (Chiesa dei Cappuccini di Voltri) e a Milano.
Tra gli anni Venti e gli anni Trenta, quelli nei quali fu maggiormente attivo a Casale, Guala mostra un progressivo allontanamento dalle cifre stilistiche seicentesche, con uno schiarimento del registro cromatico (evidente nel Salomone conservato nel Museo Civico) e l’adozione di un sistema personale di rappresentazione delle fisionomie e dei panneggi.
Un artista da riscoprire nella sua originalità e nel suo importante contributo al patrimonio artistico di Casale Monferrato.
Andrea Macciò