Abbiamo sentito Fabrizio Fazzari, Assessore alla cultura del Comune di Busalla e co-ideatore del Festival
Arrivati quest’anno alla quinta edizione del Festival dello spazio di Busalla (Ge) tenutosi a Villa Borzino dal 9 al 11 luglio scorso, abbiamo deciso di intervistare uno dei principali organizzatori dell’evento per trarre le conclusioni sull’edizione appena svoltasi che, per la sua importanza, mette in risalto tutta la Valle Scrivia
Assessore Fazzari, ci dica, quali sono state le differenze principali di quest’edizione con quelle precedenti?
“Questa è stata un’edizione più complessa naturalmente a causa del Civid19. Nella sala conferenze abbiamo dovuto contingentare gli ingressi a non più di 70 presenze. Le mostre invece erano libere ma gli accessi erano regolamentati da persone che vigilavano. Questo ha creato qualche disagio ma nel complesso tutto bene.”
Ogni anno la manifestazione ha un tema diverso. Ci può illustrare quello di quest’anno?
“Certamente. Quest’anno il tema dominante era la ricerca dell’acqua nel cosmo perciò anche gli ospiti illustri, che sono stati più di 50, hanno trattato per la maggior parte questo argomento. Si è spiegato come i pianeti catturano il prezioso liquido dallo spazio e di come si ipotizza che si possa trovare nella sua forma solida su Marte, su satelliti di Giove e Saturno e persino sul nostro satellite, la Luna; ad intervenire a riguardo è stata la scienziata Amalia Ercoli Finzi che, dall’alto dei suoi 84 anni e un passato scientifico di inestimabile valore (come la Missione Rossetta di cui è stata ideatrice, che ha permesso di scoprire che la chioma delle comete è composta di ghiaccio d’acqua) ha espresso importanti teorie sulla presenza di acqua allo stato solido nei crateri del nostro satellite. Nella giornata di Sabato sono intervenuti invece Enrico Flamini e Marcello Corradini (che insieme alla Nasa hanno partecipato alla realizzazione della missione Exomars) che hanno discusso importanti teorie sulla presenza di acqua sul pianeta rosso.”
Insomma, ne sono venute fuori discussioni molto interessanti. Cosa ci può dire invece delle mostre?
“Di grande interesse a mio avviso sono state la presentazione di stampanti 3D in grado di costruire strutture abitative sulla Luna utilizzando la regolite (materiale lunare); poi citerei il robot quadrupede sviluppato dall’IIT di Genova, il robot che pulisce i mari dalle microplastiche sempre sviluppato a Genova dall’istituto Calasanzio e un prototipo di esoscheletro, che potrà essere impiegato nella conquista dello spazio per ovviare ai limiti del corpo umano. Inoltre vorrei ricordare il successo che ha avuto la parte di mostra che coinvolgeva i più piccoli con semplici esperimenti elementari ma molto attrattivi.”
Direi che anche le mostre potevano considerarsi degnamente all’altezza delle discussioni che sono avvenute. Ecco, noi ci chiediamo questo: un genere di Festival così a Busalla. Una piccola cittadina della Valle Scrivia. Curioso no? Ma il livello qualitativo è molto alto al pari di Festival compiuti in grandi centri vero?
“Assolutamente. Certo l’imput di un Festival del genere è venuto qui grazie al fatto che Busalla ha dato i natali a Franco Malerba, il primo astronauta italiano ad andare nello spazio. Dalla sua idea di creare, cinque anni fa, un museo permanente sullo spazio e sulle sue missioni in occasione dei 25 anni dalla sua prima missione, ho pensato che fosse più interessante creare qualcosa di dinamico. Ed ecco l’idea del Festival con tutto quello che ne consegue. Per quanto riguarda il livello qualitativo i dati parlano da sé. Lo sponsor principale quest’anno proveniva da ArianeGroup, azienda leader mondiale di lanciatori spaziali. Al Festival hanno partecipato importanti cariche delle Nazioni Unite e proprio attraverso loro si è mandato un messaggio importante: in questa edizione del Festival si è elaborata una carta, firmata da molti personaggi illustri, per creare una zona sulla Luna salva da inquinamento elettromagnatico. È la prima carta al mondo in salvaguardia del territorio lunare e se l’inter andrà in porto, avrà il nome di “Carta di Busalla”. Insomma, direi che questo non solo fa tranquillamente essere il Festival dello spazio di Busalla al pari di tanti Festival nel mondo ma addirittura per il suo vulcano di idee e il suo dinamismo potrei dire che per molti aspetti può essere superiore.”
Fausto Cavo