L’indifferenza e le cattive abitudini della città, trasferite in montagna
Giorni di ferragosto e la valle che sino a pochi giorni fa era semideserta all’improvviso si è riempita. Le seconde case, per lo più belle e pretenziose villette con balconi e giardini fioriti, finalmente hanno spalancato le loro finestre e i risultati di questo risveglio si sono subito materializzati sotto gli occhi di tutti.
Auto, spesso Suv grossi come dei Tir, parcheggiate in seconda fila, gente ammassata e sui sentieri, soprattutto quelli più facili e immediati, cacche di cane, cartacce e rimasugli di picnic per terra.
Questa mattina, sabato 14 agosto 2021, qui a La Salle ho assistito ad un episodio che mi ha lasciato veramente di sasso.
Nella parrocchia si stava celebrando un funerale e all’uscita della salma con al seguito parenti e amici in triste raccoglimento, dai tavolini del vicino bar, il cui dehors arriva sino al sagrato della chiesa, nessuno si è alzato in piedi in segno di rispetto, ma tutti, dico tutti hanno continuato tranquillamente a degustare le loro consumazioni, serviti e riveriti!
Ho guardato il parroco che già si era sistemato sul carro funebre per accompagnare l’estinto al vicino cimitero mentre le campane suonavano a martello e l’ho visto in raccoglimento, forse quasi per non scorgere quell’irriverente indifferenza.
La mia speranza è che quanto prima torni un altro lockdown perché, visto come sta andando questa transumanza estiva, certa gente è meglio che resti in città!
Gian Battista Cassulo