Ieri in Afghanistan la gente è scesa in piazza con la bandiera nazionale per festeggiare l’identità del Paese. Su questa folla disarmata, le formazioni dei Talebani scese dai monti hanno sparato senza pietà. In Afghanistan c’è dunque una resistenza al nuovo potere di stampo integralista che si va profilando. Tutto non è dunque perduto e deve essere compito dell’Occidente, erede dei valori della Rivoluzione Francese, aiutare questo diffuso sentimento di libertà. Qui di seguito vi proponiamo una nostra riflessione sugli ultimi drammatici avvenimenti accaduti in quel Paese.
Della conferenza stampa che Joe Biden ha tenuto l’altro ieri per giustificare la ritirata degli U.S.A. dall’Afghanistan, quello che più mi ha colpito è stato quando il presidente, terminato di leggere il suo discorso, si è allontanato, senza concedere altre spiegazioni, con passo quasi incerto dalla sala stampa inseguito dalle domande dei giornalisti presenti. Anche questa mi è sembrata una fuga, in questo caso di fronte all’opinione pubblica.
Dopo il crollo dell’U.R.S.S. nel 1991, oggi nel 2021 stiamo assistendo al crollo degli U.S.A., che oggi, dopo l’ennesima figuraccia che hanno fatto di fronte al mondo, stanno rischiando anche un’implosione interna.
Terminata la Seconda Guerra Mondiale, che fortunatamente – con il contributo determinante degli U.S.A. – ha messo fine in Europa e nell’estremo Oriente ad una tragica stagione di totalitarismi, nella seconda metà del Novecento, dai Kennedy in avanti dove sono passati loro, con la buona compagnia degli inglesi e dei francesi, sono rimaste macerie.
Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti, a partire dal Medio Oriente per arrivare alla Libia (lì c’è stato lo zampino anche di Napolitano) e ora l’Afghanistan, che l’hanno unilateralmente abbandonato in termini peggiori di come è stato fatto con il Vietnam, con aerei decollati con gente aggrappata ai carrelli. Una fine orribile.
E anche in questa fuga a salvarsi saranno le élites, mentre a subire le vendette e la “caccia all’uomo” sarà la povera gente.
E contro chi hanno perso gli americani? Contro un esercito disorganico, ma armato sino ai denti. E allora bisogna porsi questa domanda: chi li arma? Se riusciremo a darci questa risposta avremo scoperto il vero nemico contro il quale combattere.
Gian Battista Cassulo