VALLE D’AOSTA: LUPI A DUE O QUATTRO ZAMPE?

L’altro ieri mattina, verso le nove, in Val d’Ayas una cinquantina di placidi manzi che pascolava negli alti valloni delle belle montagne della Val d’Aosta all’improvviso, quasi come un vento, si sono inspiegabilmente imbufaliti e, come una mandria impazzita, superando un dislivello di circa mille metri, hanno percorso quasi cinque chilometri travolgendo tutto quello che trovavano sulla loro folle corsa, per poi precipitare in un profondo baratro

C’è chi dice che a spaventare la mandria sia stato un branco di lupi, ma può il lupo assaltare e mettere in fuga un’intera mandria?

Lo abbiamo chiesto al dott. Gian Carlo Bina, medico veterinario già Dirigente Veterinario nell’ambito di Direzione di Struttura Complessa relativamente alla disciplina Sanità Animale del Presidio Multizonale di Profilassi e Polizia Veterinaria per le province di Alessandria e Asti. Il dott. Bina, pur non conoscendo i fatti, lo ha escluso perché il lupo, più che all’intera mandria, mira o al vitello o alla mucca isolata e comunque in caso di attacco la mandria, più che fuggire, fa quadrato.

Infatti recentemente un branco di lupi sulle alture di Campo Ligure (Ge), nell’Appennino ligure/piemontese, come noi a suo tempo ne abbiamo dato notizia su queste pagine, ha, notte tempo, attaccato una mandria al pascolo, sbranando un vitello e scarnificando un posteriore di una bovina che poi purtroppo, per le ferite, è stata abbattuta, ma il resto della mandria non si è dispersa.  

Il dott. Bina è più propenso a credere che, nel caso della Val d’Ayas, vi sia, più che il lupo, un’altra causa.

Anche il dott. Riccardo Orusa, Responsabile dell’Istituto di zooprofilassi del Piemonte e Valle d’Aosta, che studia le patologie della fauna selvatica e degli animali in genere, intervistato dal Tg 3 RAI regionale è stato cauto sulla questione lupi, lasciando aperte altre ipotesi al momento oggetto di indagine.

Una nostra personale supposizione, in questo caso a forti tinte di giallo, ci porterebbe a pensare che la mandria potrebbe essere stata disturbata dalla mano dell’uomo (un petardo?), magari per un atto vandalico o, nella peggiore dei casi, per una ritorsione se non addirittura per imporre una sorta di protezione sulle mandrie isolate.

Sono ipotesi, ma ci si potrebbe ragionare sopra, perché è stato atroce sentire una notizia del genere in un posto come la Val d’Aosta, dove la bellezza della natura con i suoi scenari immensi dovrebbe tenere lontana ogni forma di violenza.

Gian Battista Cassulo

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