Una riflessione sul tweet di Greta e l’alluvione del 1994. Ovvero noi le cose che dice ora Greta (e il Papa) le avevamo già dette (e documentate) da molto, molto tempo addietro. Ma forse se queste stesse cose le dice una che viene dalla Svezia e che ha la faccia sempre un po’ imbronciata, allora tutti all’improvviso fanno un coro di: “oh, oh….”
6 ottobre 2021: su Internet scoppia il “caso Rossiglione“. Tutto nasce da un tweet di Greta Thunberg, che denuncia l’eccezionalità del maltempo in Liguria. Con particolare attenzione alle precipitazione di Rossiglione, l’attivista ecologista ha denunciato come sulla cittadina della Valle Stura fossero caduti 740,6 millimetri di pioggia in 12 ore, superando così sia il record italiano che quello europeo per quantità di precipitazioni per quel lasso di tempo.
Come prevedibile, il messaggio è diventato subito popolare: a livello mondiale, ha scatenato discussioni tra sostenitori e scettici della teoria del cambiamento climatico causato dall’uomo. A livello locale, il tweet della svedese ha però ricordato una verità difficilmente contestabile: la zona tra Liguria e Piemonte è stata spesso teatro di piogge, improvvise e devastanti.
- Come l’alluvione di Genova del 1970, immortalata da “Dolcenera”, di Fabrizio De Andrè.
- l’alluvione di Novi Ligure del 2014 (Ndr.: ripetuta in fotocopia nel 2019!), resa famosa dalle immagini del sottopasso allagato di Via Verdi.
- l’alluvione del 2019, con interi paesi dell’Oltregiogo evacuati ed il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, costretto a richiedere l’applicazione dello stato di emergenza.
Dovendo però scegliere una alluvione, significativa per danni, estensione e copertura mediatica, si può forse. indicare l’alluvione del 1994
Quell’anno, il maltempo crea la tempesta perfetta, facendo ingrossare e poi esondare contemporaneamente i torrenti Tanaro e Belbo ed il fiume Po. Risultato, allagamenti e devastazioni, dai paesi dell’Oltregiogo ai quartieri urbani di Alessandria, fino a toccare alcune zone della provincia di Cuneo. Anche per questo, diventano simbolo del disastro le foto del Quartiere Orti, di Alessandria, e di Piazza 6 Novembre di Asti, entrambe sott’acqua.
Ma l’alluvione del 1994 è molto più di qualche immagine evocativa
- È la cronaca in tempo reale del giornalista Dino Crocco (nella foto accanto a Greta Thunberg) che, commentando l’azione degli sciacalli in cerca di bottino, li insulta pubblicamente con un “Peste li colga!”.
- È miseria e nobiltà dell’uomo, con alcuni che vendono bottigliette d’acqua a 8.000 lire l’una e altri, come Vincenzo Pescolla, massaggiatore dell’Alessandria Calcio, che salvò due persone intrappolate dalla piena, sostenendo di aver fatto solo “Ciò che in quel momento era semplicemente l’unica cosa giusta da fare”.
- È un popolo già colpito da vecchi problemi, come la crisi occupazionale ed economica, che inizia a valutare nuovi interrogativi, come la gestione del territorio. Sul tema, i telespettatori dell’epoca ricordano gli interventi di Roberto Maroni, all’epoca Ministro dell’Interno, pronto a parlare di “Un’inchiesta sulle responsabilità di chi ci ha preceduto”.
Rispetto all’alluvione di Alessandria, il tweet di Greta è distante anni (e figlio di un mondo diverso). Ma, evidentemente, certe domande erano già presenti, e pressanti.
Matteo Clerici