Un tempo c‘era “L’AUTUNNO CALDO” con scioperi e rivendicazioni sindacali, il tutto condito con scontri politici vari. Oggi c’è “l’autunno caldo” meteorologico. Dal nostro corrispondente per la Valle Scrivia, Fausto Cavo, riceviamo e pubblichiamo questa sua condivisibilissima osservazione
Nei discorsi altisonanti dei “Grandi della Terra” appena ascoltati in occasione dell’appena passato G20 di Roma o della COP26 di Glasgow si è palesato, perlomeno a parole, tutto l’impegno nel voler arrestare il riscaldamento climatico dovuto alle attività produttive, o meglio “umane”, che ha già portato a notevoli cataclismi di compensazione in giro per il globo
In Valle Scrivia, fortunatamente non si può parlare di incendi o desertificazione selvaggia che avanza come in Sahel. La vita scorre lenta e tranquilla tra le colline della Valle e i suoi piccoli centri come sempre, aspettando un’altra volta il Natale che fortunatamente, forse, quest’anno sarà caratterizzato nuovamente dalla libertà di spostamenti e di poter far festa con parenti ed amici.
Però ad osservar bene qualche differenza si nota: è iniziato novembre, e dalla metà della mattinata fino alla sera il clima è particolarmente mite, molte le giornate soleggiate dalla temperatura che decisamente invita alle passeggiate e alle attività all’aria aperta. È la norma uscire senza abbottonarsi la giacca, indossare un cappello o una sciarpa e vedere segnati sui termometri delle farmacie temperature primaverili. A ricordare che si è giunti a novembre solo il cader delle foglie ingiallite. Eppure mi ricordo, quando ero bambino nei primi anni ’90 i pomeriggi di freddo pungente, l’aria asciutta che penetrava attraverso la giacca. Novembre era il primo mese di nevicate in Valle Scrivia.
Ma qualcuno gioirà e benedirà il surriscaldamento globale. Il gas naturale usato per riscaldare le abitazioni del resto, ha subito un notevole aumento proprio ora.
Fausto Cavo