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ESTREMI/IDENTITÀ di Franco Astengo

Savona è una piccola città di provincia nel cui tessuto politico/culturale nel corso degli anni è capitato si verificassero interessanti fenomeni di sperimentazione che l’hanno resa, di volta in volta, sede di momenti di presenza di veri e propri “laboratori”. Un fenomeno che si sta verificando anche in questo periodo di contestazione no-vax e no-pass. Il politologo Franco Astengo ci ha inviato questa riflessione che noi con grande disponibilit pubblichiamo sottoponendola all-attenzione dei nostri lettori

Succede infatti che, come in altre Città, da qualche settimana il sabato pomeriggio sia occupato da comizi e cortei, nel nostro caso gestiti dalla CUB, proprio per protestare su presunte violazioni delle libertà costituzionali in questo periodo di emergenza sanitaria. Proteste che, come in altre parti d’Italia, hanno raccolto insieme istanze svariate e soggetti diversi al di là delle motivazioni più o meno condivisibili che in quelle iniziative vi sono sostenute. A questo proposito non sarebbe trascurabile analizzare il piano della strumentalizzazione politica (della quale non è stato estraneo uno dei protagonisti dell’avvento in Italia della TV commerciale e poi ha lungo dirigente della RAI) che viene sviluppato da portatori di posizioni estreme che danno anche luogo a particolari intrecci. Una situazione che proprio a Savona potrebbe promettere (o minacciare?) di arrivare ad un punto di critico.

Il “PENSERO CRITICO”

Dalla partecipazione a queste iniziative è sorto infatti un gruppo di “Pensiero Critico” (al quale pare non siano estranei iscritti o simpatizzanti della stessa CUB). Questo gruppo ha innestato nel quadro della protesta settimanale una doppia presenza: quella del cantautore Povia, persona notoriamente riconducibile all’estrema destra, e di Ugo Mattei, professore universitario spesso presente con suoi testi sui giornali della sinistra e fautore della teoria dei “beni comuni”.

Di fronte a questo programma si è sviluppata anche all’interno dello stesso fronte aderente alla protesta una forte contestazione e la stessa CUB ha dovuto prendere le distanze dall’iniziativa del gruppo “Pensiero Critico”.

ALCUNE RIFLESSIONI

Alcune riflessioni però si impongono ed è necessario sottoporle anche all’attenzione degli organizzatori di questi eventi.

CAPITALE=RAPPORTO PRODUTTIVO DI SFRUTTAMENTO

In questa logica (ci sta dentro anche il tema ambientale e la mistificazione che se ne sta facendo nei vari consessi internazionali così come il tema dell’emergenza sanitaria) si dimenticano i lineamenti più elementari del pensiero marxiano, e in particolare si rischia di dimenticare che il capitale non è un’essenza indipendente, un Leviatano, ma un rapporto produttivo di sfruttamento. Per quanto si possa e si debba ridefinire senso e valore di questa terminologia il significato della profondità di valore del termine di sfruttamento.

Nella condizione attuale il capitale finanziario investe un mondo produttivo socialmente organizzato, accumulando nelle trafile dell’estrazione di plusvalore sia lo sfruttamento diretto del lavoro operaio, sia la de-possessione dei beni naturali, dei territori e delle strutture del welfare state, sia l’estrazione indiretta di plusvalore sociale, attraverso l’esercizio della dominazione monetaria.

SI PONE UN INTERROGATIVO: IN QUESTE CONDIZIONI PERCHÉ LOTTARE?

Un interrogativo che dovrebbe essere trasformato in: come lottare? Questo perché le ragioni della lotta ci sono tutte, intatte, nel corso della storia e sono ancora, prioritariamente, le ragioni di quella che era stata definita (e può ancora essere definita) “contraddizione principale” nell’intreccio con la complessità delle contraddizioni emerse dalla “modernità”.

I VERI PUNTI DELLA DISCUSSIONE

I veri punti della discussione da sviluppare restano sostanzialmente due, e sarà su questi punti che verificheremo la prospettiva di una “fine della modernità” nella quale potrebbe annullarsi il peso di contraddizioni che avevamo invece pensato come definitive:

  1. La concezione della politica come lotta per il potere, nella rappresentazione dello scontro fra le diverse classi superando le remore e i fraintendimenti, che sono stati introdotti nel corso degli ultimi anni, in particolare dalla concezione dominante della “fine della storia” e dell’univocità dei modelli di detenzione del potere e dell’organizzazione sociale. Un’univocità che avrebbe assunto carattere “imperiale” a livello planetario, cui sarebbe possibile rispondere soltanto attraverso la protesta di una “moltitudine” che, più o meno spontaneamente, si muove per riappropriasi dal “basso” di quelli che sono stati definiti proprio come “beni comuni”;

LA LOTTA POLITICA

L’organizzazione della lotta politica non potrà che realizzarsi quindi attraverso la costruzione di un’identità basata non soltanto sui necessari riferimenti alla storia del movimento operaio ma anche al riguardo della realtà sociale esistente e alle forme possibili di partecipazione che soprattutto l’innovazione tecnologica ha modificato nel loro esistere concreto dell’oggi.

LA POLITICA COME LOTTA PER IL POTERE

Si tratta di due pilastri fondamentali se si vuole aprire sul serio la discussione sulla possibilità del ritorno ad una idea della politica come lotta per il potere da condursi attraverso un’identità precisa (insieme etica, storica e politica) attrezzata attraverso l’organizzazione di un soggetto compiuto.

Franco Astengo

Nella foto di copertina la testa del corteo in via Paleocopa a Savona per manifestare conto l’introduzione dell’obbligo del green pass sui luoghi di lavoro (Fonte IVG del 14 ottobre 2021) / Le foto sotto sono state tratte dal sito de Il Secolo XIX
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