Inchiostro Fresco si trasferisce virtualmente in Texas per incontrare Maria Teresa de Donato, giornalista, scrittrice, naturopata, esperta di coaching olistico e blogger. Cura il blog holistic-coaching-dedonato.blogspot.com ed è autrice di articoli su diverse testate, tra le quali www.ilfont.it, dedicate ai temi del benessere naturale. Maria Teresa de Donato, originaria di Roma, è legata a uno dei territori valorizzati da Inchiostro Fresco, la Liguria. Oggi parleremo soprattutto dei suoi due romanzi di fiction: Oceano di Sensi e Anelli Mancanti. Andrea Macciò l’ha intervistata via Internet – La Redazione
Maria Teresa de Donato
Puoi raccontarci brevemente il tuo percorso di vita, lavoro e studi?
Sono nata e cresciuta a Roma dove ho studiato e lavorato fino agli inizi del 1995, anno in cui mi sono trasferita negli USA dove, dopo 2 anni, ho deciso di rimanere. In Italia ho studiato turismo e lingue straniere, diplomandomi all’Istituto Tecnico per il Turismo J. F. Kennedy e proseguendo per due anni lo studio delle lingue presso la Facoltà di Magistero – Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere Moderne – all’Università La Sapienza, studi che ho successivamente abbandonato non sentendomi particolarmente motivata a proseguirli, e al tempo stesso studiando giornalismo alla Scuola Superiore di Giornalismo Accademia. Una volta negli USA ho continuato i miei studi in giornalismo con l’American College of Journalism e conseguito le lauree Bachelor, Master (che nel mondo di madrelingua inglese non è una sorta di corso, come viene concepito in Italia, bensì corrisponde al secondo livello di Laurea e, infine, il Dottorato di Ricerca in Salute Olistica presso Global College of Natural Medicine. Così come il mio percorso accademico, anche quello professionale è stato vario. Ho lavorato in ambienti e settori diversi maturando una lunga esperienza in quello amministrativo, Human Resources, Pubblica Amministrazione, Insegnamento e Salute, oltre a più di 40 anni di volontariato in organizzazioni non-profit anch’esse operanti in settori diversi – da quello culturale a quello dei diritti umani e all’ambiente. La mia natura eclettica mi ha sempre spinta ad andare oltre, aumentando non solo le mie conoscenze (ai titoli accademici si sono affiancati decine e decine di corsi in vari settori che mi interessano), ma anche esperienze e competenze. Sono ‘intellettualmente curiosa’, quindi cerco sempre di imparare cose nuove.
C’è qualcosa in particolare che lega il tuo romanzo Anelli Mancanti ai territori che Inchiostro Fresco cerca di valorizzare, Liguria e Piemonte?
Il legame tra il mio secondo romanzo Anelli Mancanti, autobiografico-storico-genealogico e la Liguria è da ricercarsi negli anni, durante la seconda Guerra Mondiale, in cui mio padre e la sua famiglia vissero ad Alassio in quanto mio nonno, allora Colonnello dei Granatieri, durante la Repubblica di Salò, fu Comandante della Caserma di Borghetto di Vara. Malgrado la drammaticità dei bombardamenti cui fu sottoposta la Liguria (e non solo) a quel tempo ed i traumi riportati a causa di quegli eventi, che descrivo dettagliatamente nel mio romanzo, mio padre conservò anche dei bellissimi ricordi delle sue gite in bicicletta lungo tutta la riviera ligure.
Puoi parlarci del tuo primo romanzo Oceano di Sensi? Che cosa ti ha spinto a iniziare a scrivere opere di fiction?
Oceano di Sensi è stato il mio primo romanzo. L’ho definito fiction-storico-erotico. È fiction perché, benché l’idea del romanzo fosse nata inizialmente da vicende vere, io poi ho stravolto il tutto dando libero sfogo alla mia creatività e fantasia e creato, quindi, un prodotto finale completamente diverso da quello reale che lo aveva ispirato.
Il desiderio di scrivere Oceano di Sensi è scaturito da due ragioni: la prima riguarda l’aver conosciuto persone che sono vissute molti anni in Libia, e precisamente nella Libia pre-Gheddafi – ed alcune che ci sono persino nate. Essendo un’appassionata di storia e di culture e civiltà straniere ho pensato di scrivere questo romanzo che, per i fatti storici che descrive mi ha consentito di fare delle ricerche e di approfondire quella che è stata la nostra esperienza coloniale in Africa, aspetto che ho esaminato mantenendomi assolutamente neutrale e limitandomi a descrivere ciò che è realmente accaduto, guardandolo sia dall’ottica degli italiani sia da quella del popolo libico. Il secondo aspetto è il fatto di aver conosciuto molte donne che, per una ragione o per l’altra, hanno avuto figli dai loro mariti o compagni, e che, dopo essere state abbandonate, spesso subito dopo il parto, hanno dovuto crescersi i figli da sole.
Il romanzo, dalle forti tinte introspettive, è, nella sua essenza più profonda, un romanzo d’amore in cui gli stessi eventi storici, che si susseguono, a volte fanno da sfondo, mentre altre diventano i veri protagonisti, rivoluzionando l’esistenza di coloro che ne vengono improvvisamente ed altrettanto involontariamente travolti.
Parliamo del tuo secondo romanzo, Anelli Mancanti?
L’idea di scrivere un romanzo che io ho definito autobiografico-storico-genealogico nacque nel 1999 in seguito ad un felice incontro che ebbi a casa di una mia amica americana. Quest’ultima, in occasione di una ‘family reunion’, ossia un evento cui parteciparono tutti i familiari e parenti provenienti da vari stati degli USA, mi invitò a pranzo. Quel giorno conobbi una coppia di suoi zii che erano appena tornati da un viaggio in Irlanda, terra dei loro antenati, dove erano andati dopo essere stati invitati da parenti che non avevano mai conosciuto prima.
La signora, in particolare, dopo il pranzo venne a sedersi accanto a me sul divano e, affascinata dal fatto che io fossi italiana, quindi europea, mi mostrò un kit in cui aveva raccolto tutte le informazioni, storiche e genealogiche, che era riuscita a reperire.
Io mi innamorai subito di questo suo lavoro e, una volta tornata a casa, mi dissi: “E se facessi qualcosa di simile anche io?” Approfittando di tanti ricordi, di racconti di genitori, nonni e zii che avevo ascoltato sin da bambina, iniziai a scrivere. Per la stesura di questo romanzo e la sua conseguente pubblicazione, ho impiegato 20 anni, per due ragioni: la prima è che questo lavoro ha richiesto circa un 70% di attività di ricerca, storica e genealogica, ed un 30% di scrittura; la seconda è che per molti anni non sono stata costante in quanto l’ho concepito più come un hobby che non come la possibilità reale di intraprendere una carriera, quindi gli dedicavo i ritagli di tempo e facevo passare anche settimane o mesi prima di rimetterci le mani. Questo è andato avanti fino al 2018 quando, dopo aver accumulato un’infinità di informazioni, ho deciso che dovevo assolutamente mettere punto e pubblicare questo mio lavoro, cosa che ho realizzato nel 2019.
Nei tuoi romanzi tratti anche argomenti relativi alla salute e al benessere delle quali ti occupi come naturopata e coach?
Il fatto di avere una natura eclettica ed una visione olistica e multidisciplinare della Vita, del Mondo ed anche della Salute, mi ha portata a parlare del Disordine da Stress Post-traumatico nel mio romanzo Anelli Mancanti, disordine di cui soffrì tutta la vita proprio mio padre Vincenzo, che non fu mai né diagnosticato né, tantomeno, curato e che spinse mio padre a cercare di conviverci tramite l’alcolismo. È stato proprio alla memoria di mio padre che ho dedicato uno dei miei libri sulla salute, intitolato per l’appunto Conquistare l’Invisibile – Approccio olistico al PTSD (dall’inglese Post-traumatic Stress Disorder).
Avendo scritto libri che trattano argomenti svariati, consiglio i lettori di visitare il mio Profilo di Autore al seguente link: https://www.amazon.com/Maria-Teresa-De-Donato-PhD/e/B019G68L8Q ricordando che pubblico sia in inglese sia in italiano nei formati cartaceo, Kindle e Kindle illimitato.
Andrea Macciò