Il paese dei campanelli è l’ultimo lavoro di Giuseppe Grassano, dedicato al mondo della scuola
L’autore, originario di Novi Ligure (Al), è stato insegnante di lettere alle superiori e critico letterario (autore di saggi su Fenoglio, Levi e Marcello Venturi) ed ha collaborato con l’Isral di Alessandria con ricerche sulla Resistenza e sulla deportazione italiana. Il suo primo romanzo, del 2018, è “Perdersi nel bosco“
Il paese dei campanelli già dal titolo evoca il mondo della scuola e quella “campanella” che nell’immaginario collettivo scandisce appunto le ore durante l’anno scolastico. È la storia di un personaggio, Paolo, che in qualche modo possiamo considerare un alter ego dell’autore, e della sua Bildung, formazione nel senso più alto del termine, dal primo incontro col mondo degli adulti nel capitolo forse più suggestivo di tutti, “Le figlie del bidello” fino alla pensione alla quale si avvicina al termine del libro.
“Scrivi ancora della scuola” chiede nel prequel la moglie al protagonista. Un libro pervaso da una sottile malinconia verso quel “paese dei campanelli” del quale Paolo, insegnante appassionato al suo lavoro, ora non fa più parte e richiama con nostalgia il suo impegno di una vita. Se sono moltissimi gli insegnanti che hanno trasformato in scrittura autobiografica o fiction la propria esperienza personale, Giuseppe Grassano si distingue per il registro misto, un testo di fiction che nello stesso tempo è anche una sorta di autobiografia intellettuale, formativa e professionale.
Ne “Le figlie del bidello” Grassano racconta l’incontro di Paolo con il misterioso bidello Oreste, l’uomo che portava il caffè alle dieci e mezzo ogni giorno alla signora Maestra. Paolo scopre che Oreste ha una vita fuori dalle aule e dal suo ruolo di burbero bidello. L’avvicinamento tra Paolo e il mondo di Oreste e delle sue figlie segna appunto il passaggio al mondo degli adulti attraverso quello che possiamo definire “un disincantamento”.
Grassano ci accompagna poi nel complesso percorso di Paolo nel consolidarsi nel mondo della scuola. Un “percorso di avvicinamento” all’agognato ruolo, iniziato nel secondo capitolo “L’incarico” nel quale Grassano racconta luoghi, personaggi, problemi e aspetti vari del mondo della scuola dai primi anni di professione a oggi.
I capitoli sono collegati, ma in qualche modo autoconclusivi, permettono di accostarsi al testo anche in momenti diversi. Alcuni sono come romanzi nel romanzo, ad esempio “Numero 16, Scala B, Interno 9”. Per arrivare a “Il Fiocco di Neve” il capitolo nel quale Paolo si congeda dal Paese dei Campanelli.
“È vero che il prossimo anno se ne va?“, gli chiede una ragazza della classe. Appunto non parla di pensione ma di una specie di viaggio. Come se la scuola fosse un paese a sé. E il suggestivo tono malinconico, con l’evocazione dei ricordi d’infanzia, si acuisce in questo capitolo nel quale il silenzio ovattato della neve si posa metaforicamente sul paese dei campanelli.
Andrea Macciò