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LE FOIBE: UN DRAMMA COLLETTIVO CHE INVECE DI UNIRE CONTINUA A DIVIDERE

Non sarebbe forse il caso di istituire un’unica giornata per ricordare il dramma delle Seconda Guerra Mondiale e all’interno di essa trovare conforto e riflessione?

La giornata del 10 Febbraio – dedicata al ricordo dell’ecidio di migliaia di italiani (il numero preciso è ancora oggi oggetto di molte incertezze) della Venezia Giulia, Quarnaro e Dalmazia gettati, sul finire e subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, dai partigiani jugoslavi nelle foibe (grandi “inghiottiti” carsici) a cui seguì l’esodo giuliano dalmato – continua ad essere motivo di contrasto ideologico

E anche quest’anno, forse in termini ancora più duri, si è riputo questo acceso confronto tra chi onora e ricorda solo i propri caduti, che ha visto coinvolto anche in prima persona il Ministero della Pubblica Istruzione. Infatti il Capo dipartimento del Ministero, Stefano Versari, già Presidente dell’associazione genitori delle scuole cattoliche, il quale in una sua circolare agli istituti scolastici sottolinea che, come accade in tutte le pulizie etniche, gli eccidi delle Foibe hanno rappresentato la volontà di piegare e nullificare l’etnia italiana, così come con i Campi di sterminio era avvenuto con il popolo ebraico (Fonte: Il Secolo XIX dell’11 febbraio 2022 pag. 12) .

L’intenzione era buona perché di fronte a qualsiasi atrocità ogni creatura umana, di qualsiasi colore e di qualsiasi appartenenza, deve avere il suo giusto riscatto nella memoria collettiva, ma ha scatenato un putiferio.

Il primo a prendere le distanze da questa circolare ministeriale è stato Noemi Di Segni, Presidente delle comunità ebraiche, che l’ha tacciata di “grossolane mistificazioni” a cui ha fatto ruota Gianfranco Pagliarulo, Presidente nazionale dell’Anpi, che ha parlato di “comparazioni storicamente aberranti e inaccettabili”.

Tutto ciò ha portato il Ministro della Pubblica Istruzione, Patrizio Bianchi, a “tirare le orecchie” al suo Capo dipartimento, dicendo che “ogni dramma ha la sua unicità e va ricordato nella sua specificità e non va paragonato con altri”.  

Questo scontro che si verifica ai più alti livelli istituzionali si ripercuote anche nei vari strati della nostra società.

Ad esempio a Settimo Torinese il comune ha negato il suo patrocinio alla ricorrenza del 10 Febbraio, mentre ad Acqui Terme questa data è stata onorata con la presenza delle massime Autorità cittadine.

Noi semplici persone che viviamo la vita di tutti i giorni stentiamo a comprendere queste divisioni, dove ognuno ricorda i propri morti, anche perché come ci insegnano popoli scacciati dalla propria terra come i palestinesi o gli armeni, e i migranti che ogni giorno tentano di raggiungere il nostro Paese in cerca di una vita migliore, tutti gli uomini di qualsiasi, colore, cultura e religione sono uguali perché appartengono ad una sola razza: quella umana

Gian Battista Cassulo

Nella foto di copertina il discorso del consigliere Claudio Bonante, durante la cerimonia per ricordare l’eccidio delle Foibe, tenutasi ad Acqui Terme alla presenza del sindaco Lorenzo Lucchini. Sotto la copertina del libro che ricorda quei tragici giorni.

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