Da Andrea Macciò riceviamo e ben volentieri pubblichiamo questa recensione del volume scritto da Osvaldo Semino, che ci presenta uno spaccato storico del glorioso e importante ruolo che la città di Novi Ligure, e il novese in genere, ricoprì nel Seicento, grazie anche alla sua strategica posizione, che tuttora mantiene, di snodo tra il mare e la Pianura Padana
Nel settembre del 2021 a Novi Ligure si è tenuto il Festival della moneta e delle fiere di cambio: la città piemontese, storico luogo di confine e scambio economico e culturale tra la Repubblica di Genova e il Ducato di Milano, è stata infatti nel seicento il principale teatro europeo delle Fiere di Cambio, eventi nei quali si regolavano i debiti e i crediti dei principali stati europei
L’uomo delle fiere di cambio è la storia parallela di Frate Ugo, al secolo Giobatta Frugoni, e del nobile genovese Giulio Spinola di Variana.
Giobatta Frugoni, figlio di Teodoro, a causa della salute cagionevole non può lavorare nella filanda del padre. Forse anche grazie all’amicizia con il piccolo Spinola di Variana, il ragazzo intraprende quindi la vita religiosa in assenza di ogni tipo di vera vocazione, come accadeva frequentemente a quell’epoca. La vera aspirazione del giovane è quella di partecipare all’universo delle Fiere di Cambio, fulcro della vita politica e sociale di allora: ed essendo un ragazzo molto determinato, ci riuscirà diventando appunto “l’uomo delle Fiere di Cambio”.
La penna di Osvaldo Semino ci riporta quindi indietro al Seicento con grande accuratezza storica e linguistica, narrando l’amore passionale e forse impossibile del giovane Frate Ugo per la contessa Eloise Gonzaga Nevers Contessa di Laval e la sua partecipazione ad eventi e intrighi politici di un secolo molto difficile per l’Europa, caratterizzato dalla Guerra dei trent’anni e dall’avvento della Peste.
Quest’uomo, apparentemente un semplice fraticello del Convento dei Cappuccini di Novi (foto di copertina), chi è veramente? Solo un religioso? Una spia al soldo di qualcuna delle corti europee? Un arrampicatore sociale?
L’uomo delle fiere di cambio è un romanzo storico intenso e appassionante, nel quale interagiscono personaggi storici come Odoardo Maria Farnese e personaggi di fantasia, e nel quale si trattano temi di grande interesse come appunto quello delle Fiere di Cambio del quale Novi è stata fulcro, particolarità storica recentemente valorizzata con la fiera di settembre, l’amore e l’amicizia nel triangolo fra Frate Ugo, Eloise, Giulio Spinola di Variana, l’avvento della peste, “pandemia” dell’epoca con alcuni interessanti paralleli con la gestione della situazione attuale, i romanzeschi intrighi della politica del seicento.
Il romanzo è ambientato prevalentemente a Novi, ma l’autore ci porta in giro per l’Europa del Seicento grazie alle versatili avventure di Frate Ugo, alias L’uomo delle fiere di cambio.
Andrea Macciò