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FESTEGGIATI I 150 ANNI DEL CORPO DEGLI ALPINI

All’indomani della nascita del Regno d’Italia (17 marzo 1861) e quindi dell’Unità d’Italia, che comunque si sarebbe conclusa con la Prima Guerra Mondiale, nel quadro della riorganizzazione generale del Paese, nacque anche l’esigenza di riformare l’esercito, i suoi quadri, e di delineare le sue nuove mansioni in relazione alla nuova dimensione geografica del regno

Su intuizione di Giuseppe Perrucchetti,un capitano di Stato Maggiore, appartenente al corpo dei Bersaglieri, iniziò a farsi largo l’idea che il nemico, più che affrontarlo nella pianura e sulle linee fortificate a valle, era strategicamente più conveniente fermarlo ai valichi alpini

E questa convinzione in materia di difesa, nel Perrucchetti aveva solide radici culturali, in quanto, nella sua veste di ex insegnante di geografia, aveva condotto studi e ricerche sulle storiche operazioni militari sviluppatesi nei territori alpini e aveva raccolto le sue conclusioni nel 1871 in una sua pubblicazione dal titolo: “Considerazioni sulla difesa di alcuni valichi alpini e proposta di un ordinamento militare territoriale nella zona alpina”.

Già nel 1868 il Generale Agostino Ricci aveva sostenuto l’idea che le vallate alpine dovevano essere difese da gente di montagna, ma Perrucchetti con i suoi studi entrò nel merito di questa intuizione e nel 1872 firmò sulla Rivista militare un articolo dove si dettagliavano le modalità per il reclutamento e l’inquadramento della gente di montagna nell’esercito con lo specifico compito della difesa dei valichi. Ed è per tale articolo che Perrucchetti verrà considerato il “padre degli alpini”,

Creare un nuovo corpo militare, armarlo adeguatamente, realizzare le divise, acquartierarlo e quant’altro richiedeva però un notevole sforzo finanziario non indifferente e le casse del Regno piangevano, anche perché erano appena passati appena due anni dal trasloco della Capitale da Firenze a Roma, conquistata con la “breccia di Porta Pia” il 20 settembre 1870, e che diventerà ufficialmente Capitale d’Italia il 1° luglio 1871 con il Re che porrà la sua residenza al Quirinale.

Fortunatamente il Ministro della Guerra del tempo, il generale Cesare Francesco Ricotti-Magnani, il padre delle “stellette” sulle divise, impegnato nella riorganizzazione militare dell’esercito, divenne strenuo difensore di quell’idea, suscitando però accese critiche come ad esempio quelle mosse dal generale Alfonso La Marmora che lo attaccò più che duramente in Parlamento e con un volumetto dall’eloquente titolo: “Ricotti ha perso la testa”.

Anche il Re Vittorio Emanuele II, che in Val d’Aosta, a Cogne, era di casa, condivideva l’idea di un corpo di difesa alpina, ma sia il Re come l’allora Ministro delle Finanze, il rigoroso Quintino Sella (fondatore del CAI – 12 agosto 1863) che viaggiava in seconda classe per risparmiare sul prezzo del biglietto, oltre allo stesso Ricotti-Magnani, temendo il voto contrario del Parlamento, ma anche l’ostilità del Presidente del Consiglio in carica, Giovanni Lanza che con Quintino Sella non aveva buoni rapporti,  decisero di agire “all’italiana”, pur di arrivare alla creazione di un corpo militare alpino.

Ovvero per aggirare il Parlamento venne preparato un decreto, verrebbe da dire “il solito decreto”, dove non si citava esplicitamente la nascita di un nuovo corpo di truppe alpine ma di un nuovo corpo con mansioni di trasporto e di fureria.

In tal senso il 15 ottobre 1872 il Re firmò a Napoli il Regio decreto n. 1056 per l’istituzione del nuovo Corpo con compiti di fureria, accompagnato però da una relazione ministeriale ove si specificava che per tali mansioni sarebbero state istituite le prime compagnie alpine. E il gioco fu fatto!

Nasce così sul golfo di Napoli il corpo degli Alpini, il cui padre fu un bersagliere! Ed oggi ad Aosta è stato onorato il 150° anniversario della nascita di questo valoroso corpo, che vi presentiamo in un servizio tratto da RAI 3 della Vallée”

Gian Battista Cassulo

Nella foto di copertina la sezione valdostana dell’Associazione alpini e qui sotto il servizio di RAI 3 della Vallée
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