Dopo ben due anni la “classicissima” di primavera del ciclismo è tornata a calcare il percorso storico riportando i corridori sul tragitto che, attraverso il passo appenninico del Turchino, collega direttamente la pianura Padana alla Liguria
Per la prima volta nella storia della corsa il “via” è stato dato dallo storico velodromo Vigorelli di Milano da cui, attraverso un percorso lungo 293 Km, i corridori hanno raggiunto l’arrivo su via Roma a Sanremo
Purtroppo la gioia degli appassionati di ciclismo della Valle Stura per il ritorno di questo importante evento nel loro territorio è in parte spenta da una situazione che da qualche anno, precisamente dal 14 agosto 2018, giorno del tragico crollo del ponte autostradale Morandi di Genova, crea gravi disagi agli abitanti dell’intera vallata e del vicino Basso Piemonte, alimentando forte preoccupazione per il futuro dei paesi interessati.
Come è ormai noto anche alle cronache nazionali le condizioni dell’autostrada A26, la principale via di collegamento tra la Pianura Padana e la Liguria, è interessata da seri problemi strutturali che richiedono interventi manutentivi consistenti che da più di tre anni rendono la vita infernale a tutti coloro che sono costretti a percorrere questa arteria stradale.
Le popolazioni della Valle Stura e dell’ovadese sono letteralmente sfinite da una situazione disagevole divenuta giorno dopo giorno sempre più insostenibile, a cui hanno cercato rimedio in ogni modo, costituendo un comitato molto attivo il “Gruppo viabilità Valli Stura e Orba” che ha percorso tutte le strade del dialogo con le Amministrazioni locali, provinciali, regionali, con le autorità del territorio e con lo stesso gestore dell’infrastruttura, ottenendo tante rassicurazioni che purtroppo si sono sempre rivelate soltanto parole.
La situazione di chi, da queste zone dell’appennino ligure, deve recarsi nel capoluogo per motivi di studio, lavoro o altre necessità irrinunciabili, è resa ulteriormente difficoltosa da un servizio di trasporto pubblico non proprio adeguato ai tempi in cui viviamo, a causa della linea ferroviaria “Genova – Ovada – Acqui Terme” che da più di un decennio fa sentire i disagi legati alla sua struttura che, essendo a binario unico dal giorno della sua inaugurazione avvenuta il 19 giugno 1893, oggi fa sentire tutta la sua inadeguatezza a soddisfare le esigenze di una mobilità moderna.
Come se non bastasse si è recentemente aggiunto il problema di una pandemia di peste suina, riguardante la popolazione di cinghiali (si tratta di una specie alloctona introdotta sul finire degli anni ‘60 con finalità venatorie che crea da tempo seri problemi al territorio e agli agricoltori) che infesta un vasto territorio compreso tra Liguria e Piemonte. In merito alla pandemia da peste suina africana sono state pensate e proposte dalle autorità competenti azioni ed intervento che creano ulteriori seri disagi alle comunità già duramente provate dai problemi descritti e dalla pandemia da covid19 che non le ha certamente risparmiate.
Recentemente si sono formati movimenti e comitati spontanei che hanno deciso di approfittare del ritorno della “Milano – Sanremo” per avere maggiore visibilità e far sentire più efficacemente la loro voce.
Fausto Piombo
La nostra redazione ha ricevuto un comunicato che pubblichiamo integralmente di seguito:
“Comitati e movimenti spontanei composti da escursionisti, Bikers, Agricoltori, Albergatori, Ristoratori, titolari di Attività Commerciali ed economiche, Cacciatori, Pescatori, Aziende Zootecniche e della filiera del legno forti dell’appoggio delle amministrazioni comunali ( 36 liguri e 78 piemontesi) e della Regione Liguria si sono dati appuntamento sabato 19 marzo dalle ore 11:30 presso il piazzale Isolazza Comune di Masone per fare arrivare al Governo la richiesta di aiuto che con forza si leva dai territori dell’Appennino ligure/piemontese che dal 7 gennaio 2022 fanno i conti con le limitazioni introdotte dai provvedimenti adottati nella gestione della peste Suina africana. Trascorsi ormai più di 2 mesi dall’adozione dei primi provvedimenti nazionali non è ancora arrivata un’adeguata risposta da parte del governo centrale rispetto ad una situazione sanitaria che non può essere Affrontata con mezzi e risorse ordinarie e a discapito dei territori in cui è stata riscontrata”.
“Con questa iniziativa di protesta senza voler compromettere lo svolgimento di una storica manifestazione sportiva come la “Milano – Sanremo” – affermano gli organizzatori – ci auguriamo che a livello nazionale venga compresa l’esigenza di riempire di contenuti il decreto legge in fase di conversione e i provvedimenti di nomina del “Commissario straordinario all’emergenza” con adeguate risorse economiche e la possibilità di derogare alle normative vigenti che consentono di affrontare efficacemente la situazione in direzione del depopolamento dei cinghiali e dell’eradicazione della malattia. Dopo 2 anni di covid e alle porte della Primavera 2022 e della Pasqua, il protrarsi dell’impossibilità di svolgere le attività di fruizione dell’entroterra comporterebbe la morte definitiva di tutto il tessuto socioeconomico attorno al quale si regge la tenuta dell’entroterra.
I Comitati promotori dell’iniziativa