“Ci sono dottori che incroci per strada e non ti riconoscono né ti salutano. Ma non il dottore ti saluta e ti dà sempre qualche consiglio medico, se necessario“, ha detto un paziente del dottor Mashali. (Fonte: Avvenire del 29 luglio 2020)
Nel 2020, quando la pandemia iniziò qui da noi a prendere il sopravvento, i giornali iniziarono a far diventare eroi i medici ed effettivamente, vista la situazione “da guerra” che si era creata negli ospedali, con le terapie intensive ridotte a vere e proprie trincee, il termine era più che giusto, ma poi, con il passare del tempo, i “camici bianchi” hanno iniziato a diventare delle star televisive e la ricerca scientifica ha lasciato spazio alle contradditorie affermazioni che i vari virologi di turno ci proponevano nei numerosi talk show. Il tutto tra lo sconcerto della gente e con una politica impotente di fronte alla deriva che stavano prendendo le cose, con ospedali ridotti allo stremo e con la popolazione protagonista di una sorta di “caccia all’uomo” tra chi era vaccinato e chi no.
Il tutto alimentato anche da una serie di provvedimenti governativi altamente coercitivi della libertà personale, che, sia pure comprensibili, non prevedevano adeguati “ristori” compensativi e, soprattutto, da molti non ritenuti rispettosi della volontà delle singole persone. Tali provvedimenti infatti, è bene ricordarlo, non sono stati presi secondo i dettami dell’art. 32 della Costituzione, ma attraverso una decretazione emergenziale e d’urgenza, la quale, proprio per la sua natura, si è rivelata invisa a buona parte della popolazione.
In questo panorama, dove era persino difficile accedere agli studi dei medici di base, si sono contraddistinte però alcune figure che hanno saputo fare la loro parte sino in fondo e onorando il loro ruolo sociale e la loro professione di medico.
A Novi Ligure (Al) ad esempio tutti ricordano la figura del dott. Edgardo Milano mancato, vittima di questa pandemia, a soli 63 anni, il 19 novembre 2020, che sino all’ultimo si è prodigato per curare i suoi pazienti, ricevendo stima e attestati di riconoscenza, come l’epitaffio scritto Sig.ra Elisabetta Semino dove si legge: “ Un pensiero di affetto al Dottor Milano Edgardo che, già in ospedale ricoverato sì è prodigato per i suoi pazienti per assicurare loro le terapie pensando ancora una volta prima agli altri che a sé stesso. Di persone così altruiste e umane oggi se ne incontrano sempre meno. Sarà una persona di cui si sentirà la mancanza per molto tempo”.
E, sempre a proposito di medici che hanno interpretato la loro funzione sociale, non come dei burocrati o passa carte, ma come una missione, su Linkedin, ho trovato un post pubblicato da Simonetta Vivona, che riporta un articolo firmato da Nasir Karim con il quale viene ricordata la figura di un medico egiziano, Mohamed Mashali, conosciuto come il “medico dei poveri”, morto anch’egli due anni fa.
Nel leggerlo sono rimasto veramente colpito dalla figura di quest’uomo e credo sia utile proporvi qui di seguito l’articolo firmato da Nasir Karim nel suo testo integrale.
Ho provveduto a verificare la notizia, trovando, a firma di Alessandro De Carolis, riscontro sulla pagina online di Vatican News del 29 luglio 2020, e pubblico con vero piacere questo pezzo, anche perché nel mondo vi sono moltissime persone, come questi due medici che ho qui citato, che nel silenzio e lontano dai riflettori svolgono la loro azione di aiuto verso gli altri, sentendosi gratificati solo dalla riconoscenza e dall’affetto della gente comune.
Questa per me è la vera ricchezza di un uomo! Rimanere eternamente vivi nella memoria collettiva
Gian Battista Cassulo
Ricordato il dott. Mohamed Mashali con l’intitolazione di una strada nella città di Tanta, nel Delta del Nilo
Nel 2020 si è spento il Mohamed Mashali il medico dei poveri. Lo ricordiamo così
Doctor of the Poor” si era laureato alla Facoltà di Medicina nel 1967 con 110 e lode. Il dottor Mohamed Mashally visitava i poveri nella sua città in Egitto da più di 50 anni. Musulmani, cristiani copti, lo faceva gratuitamente, nella sua modesta clinica. Dava anche ai suoi pazienti più poveri persino soldi per comprare medicine e prendeva meno di 30 – 60 centesimi in cambio di prestazioni solo ai pazienti che stavano bene economicamente. Dozzine di pazienti si mettevano in fila ogni giorno davanti alla sua umile clinica. Il dottor Muhammad lavorava 10 ore al giorno dalle 9 alle 19 per curare il maggior numero di persone.
Mohamed Mashali non ha mai avuto macchina, nemmeno un cellulare, camminava da casa alla clinica a piedi anche se aveva 76 anni. Quando uno dei ricchi signori del Golfo ha sentito parlare della sua storia, gli ha regalato 20 mila dollari, gli ha dato anche un’auto per spostarsi, ma dopo un anno, al suo ritorno in Egitto, l’uomo benestante ha scoperto che Muhammad aveva venduto persino l’auto per aiutare i suoi poveri pazienti, anche per acquistare materiali, analizzatori,
Mohamed Mashali disse: “Dopo la laurea ho scoperto che mio padre ha sacrificato tutta la sua vita per farmi diventare un medico. Così ho promesso a Dio che non avrei preso un centesimo dai poveri e avrei vissuto una vita al servizio del mio prossimo di qualunque cultura o religione sia“.
Quest’uomo ha dedicato tutta la sua vita per salvare vite umane e per aiutare chiunque si trova in difficoltà. Che la terra ti sia lieve ❤
Nasir Karim