Vista l’inerzia politica e amministrativa in materia di trasporti pubblici, soprattutto in ordine ai collegamenti ferroviari, l’Associazione Pendolari Novesi (A.P.N.) di Novi Ligure (Al), ha deciso di prendere “carta e penna” in mano e di buttarsi nell’agone istituzionale dando il via ad una “raccolta di firme” per attivare una “proposta di legge popolare regionale” finalizzata alla richiesta della riapertura e al ripristino delle linee ferroviarie piemontesi oggi disabilitate al servizio viaggiatori e merci
Mobilitazione “dal basso” per salvare il trasporto pubblico e per valorizzare il servizio ferroviario
Sabato 9 luglio 2022 dalle 9 alle 13, i membri della Associazione Pendolari Novesi, allestiranno a Novi Ligure (Al) in Piazza Indipendenza (di fronte al Bar Principe) un gazebo per la “raccolta firme” e in questo loro intento si faranno spalleggiare dalla Federazione di Asti del movimento Europa Verde anche per dare più corpo e consistenza a questa iniziativa che noi de “l’inchiostro fresco” giudichiamo più che lodevole.
“Come Associazione Pendolari Novesi abbiamo ben presente l’importanza che ha la ferrovia nell’ottica del trasporto pubblico e l’impatto negativo che la chiusura di una ferrovia ha su quest’ultimo – ci dice l’Ing. Andrea Pernigotti, Presidente della A.P.N., cha dal 7 ottobre 2016 ha rilevato il “scettro” di questo sodalizio dal Prof. Riccardo Leardi che lo fondò il 24 aprile 1989 – e colgo l’occasione di questo spazio giornalistico per chiedere divenire a firmare per questa proposta di legge regionale, non vi costa niente e non perdete più di cinque minuti, ma farete un grande servizio alla comunità!” e, aggiungiamo noi, all’economia regionale.
Ricordiamo ai nostri lettori che per firmare occorre essere residenti in Regione Piemonte e presentarsi con un documento di identità
UN BREVE CENNO SULL’INIZIATIVA LEGISLATIVA
Brevemente ricordiamo che nel nostro ordinamento l’iniziativa legislativa appartiene al Parlamento che propone “proposte di legge”, al Governo che propone “disegni di legge” e al Popolo che propone “progetti di legge” sottoscritti da almeno 50 mila elettori e al C.N.E.L. (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) che “propone progetti di legge” riferiti solo a materie di economia e lavoro, alle Regioni e ai Comuni. Vi sono poi i “decreti legislativi”, quando il Parlamento delega su precisi temi il Governo ad emanare atti con forza di legge che poi vengono emanati dal Presidente della Repubblica. Vi sono poi i Decreti legge, anch’essi dotati di forza di legge, che il Governo può adottare in caso di necessità e urgenza, ma che devono essere trasformati in legge entro 60 giorni dal Parlamento altrimenti decadono.
Nel caso specifico siamo di fronte ad una “proposta di legge regionale di iniziativa popolare” che è uno strumento di partecipazione politica “dal basso” dei cittadini alla vita democratica della comunità di cui fa parte e il Consiglio regionale ha l’obbligo di esaminare e votare la proposta entro nove mesi dalla sua presentazione.