La cultura grande motore del territorio
Cari Lettori siamo ormai in piena estate e, accanto al meritato riposo e al divertimento, nelle varie località dove il turismo gioca una grande parte nell’economia locale, un ruolo importante lo sta giocando anche la cultura. Ad esempio qui da noi, nell’Oltregiogo, il sindaco di Voltaggio, Giuseppe Benasso, ci ha appena inviato il ricco programma delle iniziative che nel suo comune, meta storica della villeggiatura genovese, si stanno predisponendo, e in questo programma la parte del leone la fanno proprio le iniziative a forte contenuto sociale e culturale, come ad esempio lo spettacolo su Martin Luther King che andrà in scena il prossimo 31 luglio, oppure la proiezione del film “Il cammino della Postumia” che avverrà il 5 agosto, per non parlare delle classiche mostre estemporanee di pittura e altri spettacoli teatrali. In questo senso ci fa piacere il servizio che ci arriva dalla nostra redazione staccata della Val d’Aosta, anch’essa meta di nostri molti concittadini dell’Alto Monferrato, dell’Oltregiogo e dell’ovadese, sul Museo contadino di Cheverel che nei mesi estivi, grazie alla perspicacia dell’Amministrazione comunale di La Salle, apre i suoi battenti ai turisti ma anche agli alunni delle varie “Estate ragazzi”. Ed è per questo motivo che ospito con vero piacere questo servizio prodotto da GB Cassulo nella mia rubrica.
A tutti una buona lettura! Marta Calcagno, Direttore responsabile de “l’inchiostro fresco”
L’HOMME E LA PENTE
Oggi, sabato 9 luglio 2022, abbiamo visitato il Museo contadino di Cheverel, frazione a 1.480 metri s.l.m. del comune di La Salle in Val d’Aosta
È questo un museo che si inserisce nel percorso escursionistico, culturale e didattico “L’homme e la pente” e siamo nell’alta valle e per la precisione nella Valdigne, formata dai comuni di Courmayeur, La Thuile, Pré-Saint-Didier, Morgex e La Salle. Posti belli questi sui quali domina imponente il Monte Bianco, che, con i suoi 4.810 metri di altezza, si profila in tutta la sua maestosità sulle Alpi che fanno corona alla parte più settentrionale della Vallée.
Noi oggi, accompagnati dall’amico Flavio, la nostra guida valdostana che bene ci fa conoscere gli angoli più caratteristici di queste montagne, siamo andati a visitare questo museo accolti dalla sua curatrice, Felicie Charrey, e abbiamo potuto vedere i “vecchi arnesi” che i contadini del posto usavano nelle loro attività agricole di montagna.
E sia attraverso le parole di Felicie Charrey, come di Flavio, sia guardando questi vecchi arnesi, molto ben conservati e recuperati, ci è sembrato di veder sotto i nostri occhi come scorreva la vita tra queste montagne, un tempo scandita dalle giornate di duro lavoro contadino.
Una cosa utile questo museo per la storia e la memoria di questi posti. Una memoria che è giusto tenere viva e che appare ancora più viva guardando le montagne che lo circondano.
Come viva è ancora la lingua locale, il patois, che qui si parla con la naturalezza di chi è abituato alla dura vita di montagna!
Gian Battista Cassulo