Intervista al Sindaco Fabio Semino sulle decisioni prese e le sfide future
Il fenomeno dello spopolamento dei piccoli borghi italiani è purtroppo tristemente noto, ma un po’ meno note sono le armi messe in campo dalle amministrazioni per cercare, se non di risolvere completamente il fenomeno, quantomeno di contenerlo. A riguardo ci siamo recati a Garbagna, piccolo comune della Val Grue di 680 anime e abbiamo incontrato il Sindaco Fabio Semino, che ci ha raccontato la sua “ricetta” per contenere il fenomeno.
Signor Sindaco ora siamo giunti oltre la metà del suo secondo mandato. Ci può raccontare che cos’ha messo in campo contro il fenomeno dello spopolamento che purtroppo colpisce anche questo Comune?
Una formula precisa credo che non ci sia. Di certo però, quello che ci è stato subito chiaro, era cercare di mettere in moto un’opera di riqualificazione. E per farlo ci siamo subito occupati del centro storico.
Ci spieghi meglio.
Subito dopo esserci insediati al primo mandato nel 2014, abbiamo capito le potenzialità del borgo e ci siamo informati sui requisiti specifici per poter entrare nell’associazione I borghi più belli d’Italia. Valutando che con impegno sarebbe stato possibile farne parte, abbiamo da subito creduto nel progetto e nel valore che l’associazionismo avrebbe potuto restiturci. E fu così che già l’anno seguente entravamo ufficialmente a farne parte. Non nascondo che per noi è stato motivo di vanto.
Non stento a crederci. Ci racconti meglio cosa vuol dire essere associati. Si è soggetti a riconferme?
Si, si è soggetti a riconferme periodiche. L’associazione punta alla valorizzazione e promozione storica, paesaggistica, culturale ed artistica. Perciò oltre alle bellezze naturali di cui fortunatamente godiamo, abbiamo dovuto rispettare e dobbiamo continuare a farlo, i canoni architettonici rispettando nel nostro centro storico l’architettura genovese e i tenui colori pastello delle nostre case ogni qualvolta qualche edificio dovesse essere soggetto a restauro e, prima di questo, prediligere sempre la conservazione. Da due anni abbiamo anche chiuso al traffico la piazza principale alla sera, per circa tre mesi l’anno, quelli estivi; questo aiuta a conservare il centro e a goderlo meglio. Sull’aspetto artistico culturale invece, il nostro impegno è stato quello di promuovere eventi come un festival teatrale, che si sviluppa nel mese di Luglio tutti gli anni su quattro giorni, all’aperto, con uno spettacolo principale alla sera e vari performance durante le giornate. E ancora, presentazioni di libri e mostre di arte e pittura con particolare focus sul territorio; voglio ricordare quella che si svolgerà dal 3 al 18 Settembre sulle opere di Pietro Leddi, pittore della vicina San Sebastiano Curone, in collaborazione con la Cassa di Risparmio di Tortona.
Immagino che tutto questo porti anche a delle ripercussioni sul turismo, vero?
Certamente. Far parte dell’associazione dei Borghi più belli d’Italia fa una notevole pubblicità. Negli ultimi 15 anni il turismo è aumentato molto, soprattutto quello straniero proveniente da Germania, Olanda e Belgio che trovano nelle nostre colline il posto giusto per fare gite a piedi o in bicicletta. I posti letto a disposizione nelle varie strutture presenti oggi sono un centinaio, ma bisogna dire che molti stranieri negli ultimi anni sono diventati proprietari di un alloggio. E poi c’è il turismo mordi e fuggi, che direttamente in accordo con l’associazione, una volta l’anno organizza un pulmann di turisti che vengono a visitare il nostro borgo e l’altro borgo associato sempre nella provincia di Alessandria. Ad aiutare il turismo sono anche i nostri prezzi competitivi.
Bene. Finora ha descritto i lati positivi di amministrare un borgo così. Cosa può dirci invece delle difficoltà che incontrate?
Sicuramente la principale difficoltà da affrontare è lo spopolamento. Si aggira attualmente intorno al 4/5% annuo quasi interamente dovuto ai decessi che non vengono rimpiazzati. Questo crea due problemi collaterali: mina i servizi scolastici, perché non si riesce a raggiungere il numero minimo di alunni per assicurare il servizio e il problema delle case vuote. Particolarmente se si trovano nel centro storico, molto spesso non vengono poi più abitate da nessuno e perciò creano negli anni potenziali pericoli di crolli.
Pensa che il turismo possa alleviare il problema?
Forse. Alcuni turisti dopo aver soggiornato qui per qualche estate poi hanno deciso di comprare casa e stabilirsi permanentemente. O quantomeno di acquistare un immobile per trascorrere le vacanze, così hanno contribuito a ridurre il fenomeno delle case vuote. E poi la valorizzazione generale del borgo. Anche persone del circondario potrebbero essere attratte a recarsi qui, soprattutto chi lavora in startworking. Non posso dire che si risolverà del tutto il problema, ma sicuramente da parte nostra non mancherà l’impegno.
Fausto Cavo