L’UOMO DELLE FIERE DI CAMBIO

L’UOMO DELLE FIERE DI CAMBIO

Sarà presentato Venerdì 30 settembre, alle ore 7,30 presso il Centro Comunale di Cultura G. Capurro (Biblioteca Civica, Via Marconi 66), il romanzo storico di Osvaldo Semino, L’uomo delle Fiere di cambio (puntoacapo Editrice). Saranno relatori Mauro Ferrari, direttore editoriale di puntoacapo, e Renzo Piccinini, presidente del Centro Studi In Novitate

Conosciamo Osvaldo Semino dalla trilogia di Racconti  della valle e dei fiumi, Racconti dell’attesa e Racconti del silenzio, pubblicati da puntoacapo dal 2016 in poi. Sono storie che da un lato sono fortemente radicate nel territorio e non di rado nella storia, e dall’altro mostrano, libro dopo libro, la propensione ad affrontare temi sempre più complessi e meno aneddotici.

Con L’uomo delle Fiere di cambio, Semino ci consegna adesso IL romanzo storico di Novi: si badi, non un indigesto polpettone documentaristico o fantasy, né una banale ode al localismo, bensì un lavoro scritto secondo tutti i crismi del genere, che muove da una ambientazione locale ma coinvolge luoghi e situazioni di respiro europeo, prendendo spunto da ciò che la nostra città fu nel primo Seicento, quando le Fiere di cambio a Novi rappresentavano un momento fondamentale di incontro per gli Stati europei, i cui rappresentanti convenivano qui per scambiare appunto le proprie valute e fare affari a livello internazionale. Il metodo usato da Semino, gioca con equilibrio tra realtà e invenzione, personaggi di fantasia e reali proprio secondo i canoni inventati da Walter Scott e Alessandro Manzoni.

Semino ha saputo darci l’essenza storica e culturale del secolo che segue il “Secolo di ferro” e che per molti versi rappresenta la nascita della modernità (scientifica e letteraria, e purtroppo anche bellica): è un secolo che include la Guerra dei Trent’anni (la prima guerra europea) e la peste, e si chiude con l’apocalisse di Luigi XIV e dello Stato assoluto; ma è anche il secolo che si apre con Galileo e si chiude con la Royal Society, Port Royal, Boyle e Newton. Cioè l’inizio dell’Illuminismo.

L’Autore fa muovere il protagonista (il novese Frate Ugo, al secolo il popolano Giobatta Frugoni) fra le varie corti italiane ed europee. Frate Ugo diventa consigliere di nobili e sovrani, avventuriero e spia, passando da Novi alle corti più prestigiose, sullo sfondo di intrighi e problemi dinastici, per non citare la peste, che è la stessa descritta dal Manzoni. La narrazione si dipana rapida e coinvolgente, dandoci con grande verisimiglianza un vivido ritratto dei personaggi e delle loro ambizioni.

Dobbiamo poi al suo alter ego, il nobile Giulio Spinola, amico di gioventù, un ulteriore ampliamento dell’orizzonte storico e narrativo, oltre che dell’aspetto avventuroso: diventato marinaio, questi porta la storia a spaziare sui mari, fino alle Americhe. Le storie di Frate Ugo e Giulio Spinola si separeranno per poi ricongiungersi per quelle strane vicissitudini della vita che i narratori amano perché rappresentano ciò che davvero la vita è, un fascio di probabilità.

La Redazione

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