A COSA STO PENSANDO? ALLA NOSTRA GUERRA IN GRECIA

Un episodio di tanti anni fa, venuto alla mente seguendo il programma “Passato e Presente” di Paolo Mieli, su Rai Storia

Sto seguendo su RAI STORIA, Paolo Mieli e il suo programma “Passato e presente”, che è uno dei miei programmi preferiti, dove si parla con la prof.ssa Isabella Insolvibile, consulente tecnico delle Procure militari di Roma e Napoli per indagini relative a stragi durante le operazioni belliche, della Campagna italiana in Grecia che si svolse tra il 28 ottobre 1940 e il 23 aprile 1941, e allora il pensiero mi è corso immediatamente a mio papà, Cassulo Pierino

28 ottobre 1940: la “Campagna di Grecia”

Una guerra assurda dettata dal narcisismo di Mussolini che, vedendo Hitler diventare in un battibaleno padrone dell’Europa, non volendo essere da meno, mandò il nostro Esercito, male armato e non debitamente preparato, allo sbaraglio dichiarando guerra prima, il 10 giugno 1940, alla Francia, ormai in ginocchio, e all’Inghilterra e poi ,il 28 ottobre, attaccando la Grecia, usando l’Albania come testa di ponte.

Durante questa puntata di “Passato e presente”, Paolo Mieli dialogando con la prof.ssa Insolvibile (molto brava e preparata) oltre a mettere in evidenza gli evidenti errori tattici commessi dalle alte gerarchie militari del nostro esercito, veniva messo in dubbio anche il mito di “italiani brava gente”, e venivano citate violenze ed eccidi operati da truppe italiane sulle inermi popolazioni greche.

Violenze che certamente vi sono state e che si sono sviluppate nel quadro di una gestione militare infelicemente pianificata dal Gen. Sebastiano Visconti Prasca che fu molto ben fronteggiato dal Gen. Alexadros Papagos, tanto che in aiuto delle nostre truppe dovettero intervenire i tedeschi che risolsero la situazione.

Una figuraccia per la cosiddetta “guerra parallela” voluta da Mussolini e che ancora più getta vergogna sulla politica espansionistica vagheggiata dal Duce, il quale voleva “sacrificare un pugno di giovani vite” pur di sedersi al tavolo dei vincitori. E invece sappiamo tutti come è andata a finire.

Ebbene tra quei giovani soldati, che, male armati e male equipaggiati, furono imbarcati alla volta dell’Albania per andare a “spezzare le reni alla Grecia” c’era anche mio padre, Cassulo Pierino, classe 1919,  

Ma mio padre, che era in Artiglieria da campagna, ben presto, visto l’inverno incipiente, con i suoi pezzi si trovò impantanato tra i monti del Montenegro, ma nella guerra che gli fecero fare, si comportò da “italiani brava gente”.

Non riuscì ad entrare in Grecia perché il suo reparto fu subito respinto e decimato e durante la sua breve permanenza sul “suolo nemico”, prima di tornare a Capriata d’Orba (Al), dopo l’8 settembre 1943, risalendo a piedi tutta la ex Jugoslavia, famigliarizzò con i montenegrini, condividendo con loro le sue razioni e dando una mano, da bravo contadino, alla raccolta delle olive.

Di mio padre, Cassulo Pierino, io posso dire a pieno titolo “Italiani Brava Gente”!

Gian Battista Cassulo

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