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QUALCOSA BOLLE IN PENTOLA A NOVI LIGURE

Dopo le appena concluse elezioni “politiche”, si stanno scaldando i motori per le prossime “amministrative” che si terranno nella primavera del 2023 a Novi Ligure (Al), in seguito allo scioglimento del Consiglio comunale avvenuto il 25 luglio 2022 e successivamente commissariato

È venuto a trovarci in redazione Costanzo Cuccuru, politico locale di lungo corso, le cui radici affondano nel socialismo riformista di Pietro Nenni e poi in quello più rampante di Bettino Craxi. Dopo il terremoto del Pool Mani Pulite di Milano, lo ritroviamo dibattuto tra Forza Italia e la Lega per poi diventare Assessore allo Sport nella Giunta Cabella che, nelle “amministrative” del 26 maggio 2019, era riuscita a scalzare il fortino della Sinistra che a Novi, se si esclude il quinquennio 1985 – 1990 quando vinse il Pentapartito, ha sempre governato Novi. Ma il feeling con il sindaco Gianpaolo Cabella è durato poco tanto che Cuccuru, il 2 novembre 2020, fu estromesso, alcuni dicono in malo modo, dal suo incarico. Ma questa lunga militanza politica non ha tolto energia a Cuccuru che ora, con la baldanza dei suoi 79 anni ben portati, lo ritroviamo sotto le insegne di “Azione” di Calenda e quindi un’intervista a questo personaggio politico novese diventa, più che un obbligo, una necessità per tentare di capire la politica novese in che direzione andrà a parare e ora Cuccuru è qui in redazione per rispondere alle nostre domande.

Il suo slogan: RIVALUTARE NOVI!

Cuccuru com’è il panorama politico locale attualmente?

L’estate che abbiamo appena trascorso è iniziata con il fallimento della “rivoluzione del buonsenso” di Cabella ed è terminata con la “vittoria” di Giorgia Meloni alle politiche. Dalle parti mandrogne (dobbiamo anche registrare la sconfitta, piuttosto netta, del Centro destra ad Alessandria alle amministrative.

Scelte ponderate dell’elettorato o transumanze partitiche?

Direi che nella stagione dei bagni, delle passeggiate in montagna, della tintarella, abbiamo avuto modo di assistere ad una stagione ondivaga e distratta degli elettori sempre meno interessati alle vicende che li riguarda da vicino.

Un calo della partecipazione politica dunque?

Ormai la partecipazione popolare alle vicende istituzionali è ridotta al lumicino e ci troviamo sindaci sostenuti da nette minoranze e Presidente del Consiglio dei Ministri eletta con meno di un quinto degli aventi diritto di voto.

Come analizzare questa situazione?

Impresa non facile ma abbiamo il dovere di occuparcene se non vogliamo che, prima o poi, qualcuno se ne occupi senza neppure consultarci. Molti sostengono che non rivivremo più tempi nefasti del passato, anch’io lo credo, ma non bisogna dare nulla per scontato. Abbiamo certamente bisogno però di ordine, disciplina, rispetto, responsabilità e rinnovata fiducia nelle istituzioni e nella politica oggi così tanto odiata e sbeffeggiata.

Ma le colpe stanno tutte dalla parte della classe politica? La classe politica non è forse lo “specchio” del Paese?

Infatti. Oltre ai politici anche il popolo ha le sue colpe. Dalla caduta della Prima repubblica abbiamo assistito, con crescente pigrizia, all’innamoramento per Berlusconi nel 1994, al giustizialismo della meteora Di Pietro, alle picconate di Cossiga, alle rottamazioni di Renzi, ai populismi e sovranismi di Grillo, Salvini e, oggi, Meloni. Il risultato è sempre lo stesso, chi governa perde e dura poco e la regola non ha risparmiato neppure il tecnico Draghi che ha cercato di arginare quanto possibile una situazione drammatica.

Un tempo l’elettorato era ideologicamente inquadrato. Con la caduta dei partiti storici sembra si stia assistendo ad un “liberi tutti”!

È così. Ormai il giudizio degli elettori è volatile come piume al vento ed è sempre condizionato da promesse che non possono essere mantenute. La “vittoria” netta del Centro destra dice che Meloni non ha alibi. Eppure i segnali dentro la sua coalizione sono preoccupanti. Hanno fatto un cartello elettorale con tre partiti che hanno obiettivi diversi e inconciliabili tra di loro solo per sfruttare una legge elettorale stupida.

Però se la politica italiana si “polarizzasse” per l’elettore sarebbe più chiara la scelta, o sbaglio?

Può darsi ma ricordiamoci delle divisioni che esistono anche nel Centro sinistra che ha perso la sua identità e sensibilità verso i problemi delle fasce sociali da loro sempre difese. Ma l’esperienza insegna che un conto è promettere ascoltando la pancia della gente altro conto è governare. Si mettano il cuore in pace i pensionati al minimo perché non avranno il raddoppio di pensione come promesso dal Cavalieremascarato“, o la quota 101 salviniana, o il reddito così come configurato dalla comparsata grillina. Bambole non c’è una lira, bisogna tirare la cinghia e rinunciare tutti a qualcosa.

Effettivamente in tutte le campagne elettorali i ruggiti sono molti, ma poi ben presto di fronte alla dura realtà dei conti pubblici, diventano dei miagolii!

É proprio così. Anche la stessa Meloni, prima di ricevere il mandato, ha dovuto, a parole, fare abiura delle sue convinzioni sempre espresse. a parole, da unica oppositrice del governo italiano e da critica europeista. Ma guardiamo ai fatti che ci riguardano più da vicino. In primavera qui a Novi Ligure torneremo a votare per eleggere sindaco e consiglio comunale, appuntamento che ci coinvolge direttamente e per il quale, assieme alla compagine degli amici di “Azione” della quale sono il referente novese, mi sto preparando.

E allora cosa sta bollendo nel pentolone della politica novese?

Si intrecciano voci quotidiane di possibili candidature ma solo voci. Unica certezza viene dai PD e, primarie o non primarie, una candidatura presto uscirà. Nel Centro destra si fanno ipotesi stravaganti ma niente di realmente percorribile. Intanto 20 per Novi si rende autonomo e va per conto suo ma non credo che esca dal “campo largo” del Centro sinistra con o senza i 5 stelle.

Per quanto riguarda voi di “Azione”?

Noi della lista Calenda intanto ci stiamo strutturando e certamente correremo in piena autonomia ed equidistanza da destra e sinistra. Intanto si deve parlare di programmi il più possibile percorribili con pragmatismo e senza pregiudizi.

Citiamo alcuni temi

Il Terzo Valico è in fase di realizzazione e, nonostante le verifiche di modificare il percorso per Torino, i treni passeranno sulla linea storica cittadina. A questo punto, correggendo il nostro tiro, dobbiamo fare in modo che la minore spesa di 175 milioni di euro di Rete Ferroviaria Italiana almeno diventi una fonte di investimento per Novi e la sua area logistica di San Bovo.

Sul fronte dell’occupazione?

Ci stanno a cuore la sorte dello stabilimento ILVA e il suo indotto, la ricollocazione dello stabilimento Pernigotti per dare più spazio ad un aumento produttivo, una percorribilità più razionale per l’installazione di un termovalorizzatore, ammesso che ci siano i presupposti di reale necessità.

Vi sono anche problemi occupazionali nelle Pubblico Impiego e nei servizi

Certo. Vi sono le aziende pubbliche, i consorzi con il CIT ancora sotto giudizio e le aziende smaltimento rifiuti da rendere più produttive. Per parlare poi di attività sportive e servizi scolastici da migliorare e sostenere senza pregiudizi, come dimostrato dalla precedente amministrazione leghista, ma riconoscendone la validità e garantendo la continuità.

Un’ultima domanda non meno importante: quali proposte sul piano culturale?

Nel campo culturale Novi ha molto da dare, modificando le scelte di gestione del Teatro Marenco, aprendo a settori teatrali e musicali da condividere con i tanti veri cultori di cui la nostra città può farsene un vanto. Questi ed altri problemi da affrontare con lo spirito di servizio verso Novi che merita di essere amata di più e non mortificata come avvenuto negli ultimi anni.

Ringraziamo Costanzo Cuccuru, coordinatore per Novi di Azione e area civica Insieme per Novi, per la sua disponibilità e siamo più che disponibili a sentire anche le opinioni degli altri attori politici che si stanno apprestando a calcare la scena delle prossime “amministrative” novesi.

Nella foto di copertina Costanzo Cuccuru quando ancora rivestiva la carica di Assessore allo Sport nella Giunta Cabella

Gian Battista Cassulo

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