L’imputato ha ricorso in Cassazione perché aveva assunto sciroppo per la tosse e collutorio

La guida in stato di ebbrezza è punita con una sanzione amministrativa e con la sospensione della patente se il tasso alcolemico accertato è superiore a 0,5 e non superiore a 0,8. Se il tasso è superiore emergono conseguenze anche sul piano penale

A fine 2021 è stata depositata l’ennesima sentenza di Cassazione relativa all’assunzione di farmaci a base alcolica

Il caso

L’imputato, condannato nei primi due gradi di giudizio, ha ricorso in Cassazione lamentando l’alterazione nella misurazione del tasso alcolemico a causa dell’assunzione di uno sciroppo per la tosse e dell’impiego di un collutorio, entrambi a base di alcol.

L’esito del ricorso

La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso, avendo ad oggetto questioni non proponibili in tal sede e in ogni caso già affrontate dai Giudici di merito. Il perito nominato dal Tribunale aveva escluso che il farmaco assunto, in particolare si trattava di uno sciroppo, avesse potuto influire sul tasso alcolemico rilevato. In ogni caso veniva ribadito l’orientamento giurisprudenziale già esposto in altre pronunce precedenti, secondo cui l’elemento psicologico del reato non è escluso dall’assunzione di farmaci ad elevata componente alcolica.

Il principio di diritto

È sempre onere del conducente accertare la compatibilità dell’assunzione con la circolazione stradale. Tale principio era già stato enunciato in relazione ad altri ricorsi presentati in Cassazione.

Il precedente analogo

Un caso simile è stato oggetto di una pronuncia di Cassazione nel 2013, che ha respinto il ricorso dell’imputato che, fermato con tasso alcolemico pari a g/l 0,82 alla prima prova e pari a g/l 0,87 alla seconda prova, aveva allegato di non essere a conoscenza dell’eccipiente alcolico contenuto in un farmaco prescrittogli dal medico di base.

Avv. Fabiana Rovegno