Le città sono la storia di ognuno di noi e ognuno di noi le vede sulla base dei suoi ricordi personali, che diventano collettivi quando questi ricordi si sommano tra loro, ma è anche interessante sapere come una città viene vista da un “foresto” che vi capita per la prima volta
Tempo fa è passata in redazione una persona, Stefano Musso, che per ragioni di lavoro ha dovuto trasferirsi a Novi Ligure (Al) ed è venuta a chiedere notizie sul Centro Storico cittadino, perché degno di molto interesse. Noi avevamo fornito tutte le notizie in nostro possesso sui principali siti di interesse architettonico a partire dai palazzi nobiliari secenteschi, che oggi in gran parte hanno le loro belle facciate riportate agli antichi splendori. Alcune settimane fa Stefano Musso ci ha inviato questo pezzo che ben felicemente riportiamo, anche perché a noi fa piacere quando qualcuno parla bene della nostra città, anche se noi novesi sappiamo quanto sia stata oggetto di una speculazione edilizia che ne ha stravolto i lineamenti. Fortunatamente, come anche il nostro Edoardo ha avuto modo di constatare il Centro storico è quasi uscito indenne da quella funesta stagione! Gian Battista Cassulo
in mezzo la ferrovia “Torino – Genova”
VISITARE E ABITARE UNA CITTÀ MEDIO-PICCOLA: NOVI LIGURE
“In fondo alla pianura orizzontale, mentre davanti si avvicinano i monti liguri, si stende una valle che contiene alcune città: accanto ai colli di Tortona scorre il fiume Scrivia, lasciando sull’altro lato i campi e una città appoggiata all’ultimo rimbalzo degli Appennini. Novi è disposta come un ventaglio intorno al rilievo con i resti del castello: il centro ha edifici affrescati e lisci simili alla Liguria e le vie strette mostrano una città che era circondata dalle mura. La città moderna sorge accanto e di fronte a questo perimetro, tagliata dalla ferrovia. Un viale alberato prosegue la via centrale, sotto la galleria dei binari, e crea un collegamento pedonale tra il centro storico e la città nuova diventando esso stesso luogo di passeggio e di incontro. In mezzo, la piazza della stazione.
L’area ha un aspetto contemporaneo che risponde alle esigenze di viaggiatori, abitanti e trasporti grazie al rifacimento nel 2008 con un arco bianco in metallo al centro, che funge da tettoia e dà accesso al parcheggio sotterraneo; dal lato della stazione, lo slargo è riservato ai viaggiatori, mentre la strada delle macchine è addossata al centro: gli edifici intorno sono grandi e duri, ma ammorbiditi da alberi e sedute su un lato. Accanto alle costruzioni storiche e agli spazi pubblici, sorgono edifici di cemento di dimensioni sproporzionate: mentre in alcuni punti del centro seguono il profilo delle vie, emergendo in altezza, in altre circondano con i volumi massicci dei piazzali vuoti. Si tratta di sviluppi edilizi di una politica iniziata negli anni Sessanta e Settanta, descritta in modo critico in un articolo sull’urbanistica di Novi apparso sul sito Inchiostro Fresco il 25 aprile 2021. La vivibilità di una città, però, non è confinata al passato o a materiali tradizionali in contrapposizione a quelli attuali, come mostrano le superfici riservate ai diversi mezzi di trasporto, da via Ovada verso il museo dei Campionissimi e la zona commerciale. Un percorso che rende abitabile ciò che c’è tra le case, in un incontro tra edifici, spazi aperti e abitanti.
Stefano Musso